Il vostro vecchio Yoda ha visto passare davvero molti Cda Rai, con annesse nomine e solito corredo di polemiche. Ogni volta che viene cambiata qualche seggiola, nella sempre più inutile Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, i Commissari hanno sempre strillato contro l’occupazione del Servizio pubblico o inneggiato al pluralismo, rigorosamente a seconda dell’appartenenza dei dirigenti nominati alla propria area politica. Nel recente Cda poi è successo di tutto, essendo passata la richiesta del consigliere Laganà, nominato dai dipendenti, di spacchettare le nomine, nell’intento di evidenziare maggiormente le singole professionalità e cercare di evitare accordi di carattere unicamente politico. Speranza in realtà vana, perché al di là delle altisonanti dichiarazioni, i partiti ritengono fondamentale presidiare sia l’informazione che l’intrattenimento.



Ne è la prova il fatto che una volta installatosi il Governo Conte 2, i lai del Pd si sono fatti intensi, e particolarmente adesso, visto che l’Ad Salini ha rinviato le nomine dei direttori del Tg in attesa dei risultati delle elezioni regionali in Emilia-Romagna. Secondo l’attuale governance fatta approvare da Renzi (quando sognava di comandare tutto tramite un Ad nominato da lui…), oggi i consiglieri hanno solo parere consultivo, così le nuove poltrone ora sono state assegnate così: Stefano Coletta alla direzione di Rai1, Ludovico Di Meo a Rai2, Franco Di Mare all’intrattenimento del daytime, Angelo Teodoli al Coordinamento dei generi, Luca Milano alla tv dei Ragazzi, Silvia Calandrelli a Rai3 e alla direzione Cultura, Eleonora Andreatta a Rai Fiction, Duilio Giammaria alla Direzione Documentari.



Yoda conosce di loro vita, morte e miracoli, e si sente di affermare che si tratta complessivamente di buoni professionisti. I voti a favore o contro testimoniano l’appartenenza o meno all’area politica dei singoli consiglieri. Secondo la vulgata dei retroscena che Yoda ha spulciato qua e là, l’unico partito che si sarebbe rafforzato è FdI perché ha portato a casa la nomina di Di Meo a Rai2, ma al prezzo – secondo altri- di aver favorito la nomina Coletta a Rai1, gradito al Pd, la cui consigliera di riferimento però si è astenuta, attendendo le nomine dei Tg.

Ora, per quello che ne sa Yoda, si tratta in entrambi i casi di ottimi professionisti per cui nulla quaestio, se non un mancato rispetto degli equilibri politici. Colpisce la costante ascesa di Silvia Calandrelli, che va a dirigere Rai3 mantenendo la direzione di Rai Cultura (la vecchia Educational). Anche lei una buona professionista, ma forse più degli altri sempre presente nei circoli e sulle terrazze romane che contano. In definitiva, se dal punto di vista professionale l’Ad Salini  ha fatto un buon lavoro, dal punto di vista degli equilibri politici invece non è messo tanto bene, visto che il presidente Foa si è sempre astenuto e il consigliere della Lega ha votato contro. Per cui, dovesse mai vincere il centrodestra in Emilia-Romagna, saranno dolori. Ah, questa politica…