È un fatto incontrovertibile: come sempre quello che succede in Rai anticipa quello che succederà nel Paese. Tutti i commentatori esperti di viale Mazzini, il vostro Yoda incluso, erano convinti che le nomine ai vertici della Corporate sarebbero slittate a dopo le elezioni, in attesa di pesarle secondo il manuale Cencelli sortito dalle consultazioni europee. Invece, a sorpresa, l’Amministratore delegato Fabrizio Salini le sforna improvvisamente, lasciando di fatto a bocca asciutta la Lega e premiando l’area di centrodestra che fa riferimento ai Fratelli d’Italia, oltre che qualche neo-simpatizzante per i 5Stelle. C’è quindi da chiedersi cosa significhi dal punto di vista dei rapporti di forza tra i due azionisti del governo giallo-verde.



Sia il presidente del Consiglio Conte che l’Ad della Rai Salini, pur essendo stati indicati da Di Maio, si erano per un po’ mantenuti in equilibrio. Negli ultimi giorni si sono invece schierati apertamente con il loro dante causa: e questo può significare che colà-dove-si-puote-ciò-che-si-vuole si immagina che il super aggressivo Salvini sia in realtà una tigre ferita (vedi i guai dei sottosegretari Siri e Rixi, le indagini su Fontana e altro) e che i sondaggi riservati non mostrino alle europee l’exploit della Lega che egli si auspica. Inoltre, in Transatlantico (altrimenti detto il corridoio dei passi perduti del Parlamento) si mormora con sempre maggiore insistenza di una prossima massiccia azione della magistratura verso importanti amministratori leghisti del Nord capace di coinvolgere anche Salvini stesso.



Secondo il classico comportamento degli animali, sull’animale ferito si scagliano tutti quelli che ne intuiscono la debolezza, allo scopo di eliminare concorrenti e conquistare il comando. Nel frattempo Salvini sta imparando che a fare troppo il gradasso si rischia di cadere nel ridicolo (vedi il moltiplicarsi di lenzuoli che lo sfottono) e che non si può attaccare sempre a testa bassa se non si è sicuri di avere tutte (ma proprio tutte) le carte in regola. Attendiamo pochi giorni per vedere se le iene avranno l’energia finale per finire la tigre-Salvini o se invece andremo avanti con questa sgangherata e rissosa alleanza di governo.

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