È l’Europa dei paradossi. La prima battaglia per le nomine Ue dei sovranisti in Parlamento, e penso all’Ungheria, alla Polonia e alla stessa Italia, è stata contro Francia e Germania per favorire l’applicazione di un metodo più europeo.

Il risultato è stato ancora più stupefacente. Alla fine tutti si sono dichiarati soddisfatti. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in primis: ”Ursula von der Leyen mi è subito piaciuta. L’Italia orienterà la guida dell’Europa“. Il risultato finale delle nomine, frutto del metodo europeo, è infatti questo: una tedesca presidente della Commissione europea; un tedesco, Weber, presidente del Parlamento europeo nella seconda metà della legislatura; una francese, Christine Lagarde, presidente della Bce. Infine Segretari generali delle due istituzioni, Consiglio e Parlamento, i tedeschi Klaus Welle e Martin Selmayr. Per l’Italia è sicuramente andata meglio di quanto scrivano Repubblica e i soliti giornaloni. Merito di Conte e anche di David Sassoli, anti-renziano felpato che succederà ad Antonio Tajani, scongiurando per il Pd la rottura di tipo centrista. Nessuno infatti è più centrista di lui: né Matteo Renzi, né Carlo Calenda.



Forse Conte porterà a casa il portafoglio della Concorrenza e la vicepresidenza della Commissione. Di più non si può pretendere. A Berlino e a Parigi meditano intanto sul “magro” bottino di quattro tedeschi e un francese ai vertici Ue, alla faccia dello spauracchio di questi sovranisti…

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