«Il pacchetto precostituito di Osaka mi ha lasciato molto perplesso: l’Italia insieme ad altri 10-11 Paesi ha posto una obiezione e riserva sul pacchetto con Timmermans Presidente della Commissione Ue»: così poco fa da Bruxelles, il Premier Giuseppe Conte all’uscita dal summit che ha di fatto visto una piena fumata nera sulle Nomine Ue e in particolare sulla presidenza post-Juncker affidata al socialista olandese. Il Presidente del Consiglio Ue Donald Tusk ha per questo motivo sospeso la seduta ad oltranza tra ieri e stamattina fissando per domani alle ore 11 un nuovo vertice a Bruxelles con gli stessi protagonisti. Le trattative crescono e lo stesso Conte – che ha voluto sottolineare come l’Italia non si oppone alla persona di Timmermans ma al metodo utilizzato da Merkel e Macron, ovvero arrivare con un pacchetto costituito fuori dal Consiglio Ue – ha spiegato come vi saranno anche nomi alternativi che verranno presentati e discussi domani davanti al Consiglio. Secondo Macron il fallimento del vertice durato praticamente un giorno intero è una pessima notizia e non mancano critiche feroci all’Italia e a Visegrad che si sono opposti al suo “pacchetto” stilato con la Germania «grave non si sia trovato l’accordo, è un vero fallimento».
PPE DIVISO, L’ITALIA SI OPPONE A TIMMERMANS
La notte non ha portato consiglio questa volta al Consiglio Europeo: il summit in nottata sulle nomine Ue non ha presentato al momento una novità significativa per la “nomina principe” ovvero quella di Frank Timmermans alla guida della Commissione Ue. Dopo trattative ad oltranza e l’opera di convincimento della Merkel ai Paesi Ue restii ad accettare il nome del socialista olandese (tra cui l’Italia). Visegrad e Salvini puntano i piedi e soprattutto il Ppe si spacca ulteriormente dopo che la Germania e la Merkel hanno di fatto scaricato il loro stesso candidato Manfred Weber (su pressing di Macron). Dopo un’intera notte di incontri e summit, stamattina sono ricominicate e poco prima delle 7 è stato Giuseppe Conte ad annunciare alla stampa che probabilmente servirà “un aggiornamento”, ovvero un rinvio a data da destinarsi. «E’ difficile dire se avrà la maggioranza. E poi quello dello spitzenkandidat non può essere l’unico criterio per scegliere il presidente della Commissione», ha spiegato Conte ieri sera ai suoi prima di parlare con Di Maio e Salvini. L’Italia non si è messa però di traverso, raccontano i ben informati a La Stampa e all’Ansa, e più di Visegrad si è messa a disposizione dell’Europa per trovare una quadra sul “pacchetto” che era stato concordato ad Osaka (Timmermans per il post-Juncker, un liberale al Consiglio Ue, un popolare, forse Weber, all’Europarlamento e una donna dell’Est per il dopo Mogherini). Ma non si era fatto i conti col Ppe, vincitore “azzoppato” delle Europee e diviso ulteriormente dopo le mosse della Cancelliera verso il socialista d’Olanda.
CONTE CHIAMA SALVINI E DI MAIO
È in corso il vertice straordinario tra i leader dell’Ue per risolvere la difficile partita delle nomine per i posti chiave delle istituzioni europee. In pole position resta il laburista olandese Frans Timmermans, ma non sarebbe tramontata del tutto la candidatura della liberale danese Margrethe Vestager. Ci sono stati frenetici incontri prima del summit per trattare sulle proposte, secondo quanto riportato dall’Ansa. La Lega ad esempio ha messo uno stop alla candidatura di Frans Timmermans per la guida della Commissione europea. Stando a quanto riferito da Open, che cita fonti del Carroccio, Salvini ritiene che i nomi emersi finora non rispecchierebbero gli equilibri emersi dal voto delle europee. Il premier Conte prima del vertice avrebbe quindi ascoltato telefonicamente sia Di Maio che Salvini. Dopo la rinuncia di Giancarlo Giorgetti, il nome più probabile dell’Italia è quello dell’attuale ministro degli Esteri Moavero Milanesi. (agg. di Silvana Palazzo)
LE CONDIZIONI POSTE DALL’ITALIA
«Per noi non è possibile votare un candidato socialista per la Commissione Ue perché si andrebbe contro la volontà popolare» ha spiegato il Presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani, n.2 di Forza Italia e membro importante del Ppe. Nel frattempo la candidatura di Frans Timmermans alla guida della Commissione europea ha il sostegno di Germania, Francia, Olanda e Spagna: il problema è che l’accordo Merkel-Macron non vede la piena adesione del Partito Popolare Europeo, il che rende il vertice del Consiglio Ue di questa sera piuttosto complicato. «Timmermans? Valuteremo la candidatura assieme a tutti gli altri membri Ue, non abbiamo preclusioni ma bisogna trovare un pieno accordo su tutto l’impianto delle nomine, non solo alla Commissione Ue» ha detto il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in arrivo a Bruxelles per il direttivo Ue sulle nomine della prossima Commissione Europea (e non solo). Conte poi sottolinea «Si definiscono prima le posizioni di vertice e poi ragioniamo di commissari. Sono qui per difendere gli interessi degli italiani. In questo momento storico, nell’avvio di una nuova legislatura, il modo migliore è rivendicare un portafoglio economico di peso». Chiusura con accenno alla procedura d’infrazione, e Conte afferma «Noi da diverso tempo che stiamo coltivando questo dialogo costruttivo. Non parleremo oggi di questo, siamo qui per le nomine. Domani abbiamo un Consiglio dei ministri. Abbiamo avviato questo percorso, poi aspettiamo fiduciosi la posizione della Commissione».
TIMMERMANS ALLA COMMISSIONE UE?
Oggi potrebbe essere il giorno del semaforo verde per le nuove Nomine Ue, un mese dopo le Elezioni Europee con contestazioni, strappi e alleanze che non hanno tenuto nei vari Partiti Europei che hanno protratto le scelte fino ad oggi. In serata si riunisce ancora il Consiglio Europeo dopo i colloqui “informali” avuti dai leader Ue durante il G20 di Osaka degli scorsi giorni: sarà in questa riunione da cui potrebbero uscire finalmente i nomi dei nuovi vertici in Commissione Ue, Consiglio e Europarlamento. Secondo le ultime indiscrezioni pubblicate dall’Ansa il leader Ppe Manfred Weber avrebbe rinunciato a guidare la Commissione Ue dopo le forti opposizioni di Macron e della stessa Cancelliera Angela Merkel mai del tutto convinta dal designato leader bavarese. «Weber, lo Spitzenkandidat dei popolari, ha incontrato nelle scorse settimane l’opposizione in primis del presidente francese Emmanuel Macron»: ebbene, da quell’incontro pare essere uscito come potenziale Presidente designato della Commissione Europea Frans Timmermans, candidato del Pse e socialista olandese. Su quel nome la “quadra” tra Popolari, socialisti, Alde e macroniani sarebbe stata raggiunta in completa esclusione dei gruppi Salvini-Visegrad che mai appoggeranno Timmermans.
OGGI IL GIORNO BUONO PER LE NOMINE UE?
L’accordo sarebbe sponsorizzato Parigi ma anche Merkel: per la Cancelliera, spiegano ancora le fonti di Ansa e Huffington Post, porterebbe Timmermans nel ruolo di nuovo Juncker, il premier liberale belga Charles Michel alla guida del Consiglio Ue e l’esponente Ppe Kristalina Georgieva come successore della Mogherini alla politica estera e di difesa comune. Per Weber si fanno pressanti le voci che lo vedrebbero Presidente dell’Europarlamento come successore di Tajani mentre alla Francia andrebbe l’ambitissima poltrona di nuovo Presidente della Bce dopo la scadenza di Mario Draghi, ovvero l’attuale Governatore della Banca di Francia Villeroy de Galhau. Visegrad e Salvini rimarrebbero del tutto fuori dai giochi ed è pronto lo scontro forte in Consiglio Europeo già stasera, e la “quadra” potrebbe non arrivare a conclusione certa dunque. Sul ruolo di possibile nuovo Commissario nelle nomine Ue Giancarlo Giorgetti ha intanto smentito ogni voce che lo vedeva in lizza, «Non sono interessato a fare il commissario europeo e probabilmente non sono adatto a farlo» ha spiegato nell’intervista a Sky Tg24 il n.2 della Lega. «Per quanto mi riguarda non è stato chiuso alcun accordo», ha dichiarato il premier Conte da Bruxelles, «La mia richiesta per la presidenza della Commissione Ue è di una personalità di grande spessore, che sia disponibile a sedersi attorno ad un tavolo anche per rivedere le regole della governance europea. La richiesta dell’Italia è molto forte, mi batterò per raggiungere questo obiettivo». Per Salvini non si può candidare alcun uomo di sinistra e la linea è la medesima del gruppo di Visegrad dalla Polonia alla Slovacchia fino a Repubblica Ceca e la stessa Ungheria: insomma il rischio stallo permane, nonostante l’accordo raggiunto tra Francia, Germania, Belgio, Olanda e forse anche la Spagna che getta ancora più nell’isolamento il Governo di Roma.