“Non dovete baciare le galline”. E’ questo l’allarme, per certi versi decisamente particolare, lanciato negli scorsi giorni dal Cdc, il centro di controllo sulla sanità degli Stati Uniti, pena il rischio di contrarre la salmonella. La notizia è stata riportata dal network britannico Bbc e ripresa in Italia da dissapore.com, e sottolinea quanto sia grave la questione salmonella oltre oceano. Del resto si tratta di un’infezione seria e tutt’altro da prendere alla leggera, e attualmente vi sarebbero 163 persone infette negli Usa in 43 diversi stati, di cui un terzo di meno di cinque anni, quindi bambini piccolissimi.
Ed è proprio ai bimbi di questa età che è rivolto l’appello del Cdc, visto che così piccoli non si ha l’accortezza di curarsi di certe normi igieniche, e proprio per questo spesso e volentieri si spingono ad abbracciare e accarezza i polli ma anche anatre e volatili in generale. “Non baciare o coccolare gli uccelli, poiché questo può diffondere germi alla tua bocca e farti ammalare”, ha comunicato l’agenzia sanitaria, facendo il paio ad un comunicato diffuso tra l’altro già un anno fa proprio di questi tempi. Le nuove infezioni emerse in queste settimane secondo le autorità sanitarie sono state collegate al pollame da cortile, animali che possono infatti trasportare i germi di salmonella anche se in realtà sembrerebbero essere esemplari sani e puliti.
ALLARME SALMONELLA NEGLI USA: LAVARSI BENE LE MANI DOPO AVER TOCCATO CARNE O UOVA
Si tratta di germi che possono facilmente diffondersi nella zona in cui vivono, e spesso e volentieri si trovano nella carne cruda o poco cotta (ecco perchè è sempre buona norma cuocere il molto pollo), anche nelle uova o in altri prodotti che provengono dal pollame. Il CDC ha inoltre allertato la popolazione di lavarsi sempre le mani dopo aver toccato le uova o la carne del pollo, per evitare di correre il rischio di venire infettati. Al momento non si sono verificati dei decessi negli Stati Uniti per salmonella, ma si calcola che ogni anno oltre oceano si verifichino a causa di questi batteri 1.35 milioni di infezioni, con l’aggiunta di 420 morti. Numeri che di certo non possono essere paragonati a quelli del covid, ma che devono fare comunque riflettere.