Se Bud Spencer e Terence Hill insieme sono garanzia di un godibile e divertente film, figurarsi cosa può succedere se i protagonisti raddoppiano. Per testarlo non resta che guardare Non c’è due senza quattro (uscito 35 anni fa), dove i due attori italiani interpretano quattro personaggi. Greg Wonder (Bud Spencer) è un ex galeotto sassofonista che si esibisce nei locali jazz di New Orleans. Elliott Vance (Terence Hill) è invece uno stuntman capace di guadagnare anche 500 dollari per una caduta da cavallo. I due non si conoscono, ma finiscono per ritrovarsi a lavorare insieme. Per la precisione ingaggiati da un’agenzia di New York specializzata nel fornire dei sosia a dei personaggi famosi (tra cui anche il Presidente Usa, il Primo ministro inglese e il Santo Padre).
Elliott e Greg sono infatti per tutto simili e identici ad Antonio e Bastiano Joao Coimbra de la Coronilla y Azevedo, due cugini miliardari che vivono in Brasile e che si vedono minacciati di morte perché vicini a concludere un affare importante. Sono pronti a offrire un milione e mezzo di dollari ai loro sosia se li sostituiranno per una settimana e riusciranno anche a scovare chi sta attentando alla loro vita.
Accettato l’incarico, Wonder e Vance partono per il Brasile e, considerando anche la richiesta dei cugini miliardari di non provare a imitarli nei comportamenti e atteggiamenti, nascono inevitabilmente degli equivoci e delle situazioni divertenti. Inutile dire che saranno anche condite da qualche scazzottata. Antonio e Bastiano Joao non riusciranno però a resistere molto lontano da casa, considerato che le “stranezze” dei loro sostituiti li faranno finire sui giornali per atteggiamenti più che discutibili per il loro lignaggio. E così i quattro protagonisti si ritroveranno insieme in un finale che porterà a scoprire chi è il misterioso uomo che sta minacciando i cugini Coimbra, anche se nessuno scoprirà che questi si sono serviti di due sosia.
Come altri, anche questo film di Bud Spencer e Terence Hill è stato diretto da E.B. Clucher, alias Enzo Barboni, con una sceneggiatura scritta da suo figlio Marco. A curare le musiche ritroviamo invece Franco Micalizzi, già autore dell’indimenticata colonna sonora di Lo chiamavano Trinità.
Senza dubbio val la pena di vedere Non c’è due senza quattro per il doppio ruolo di Bud e Terence. Soprattutto il primo sembra mettersi particolarmente in gioco nel dare volto a due personaggi molto diversi, specie con uno di essi, Greg Wonder, certamente più “articolato” rispetto al burbero omone perennemente col broncio interpretato in altri film in coppia con Girotti. E c’è anche la possibilità di scoprire che, oltre a saper nuotare più che bene, Carlo Pedersoli sapeva suonare il sax.