Una rettifica del regolamento UE 2021/953 del Parlamento europeo e del Consiglio europeo sul certificato COVID digitale (il cosiddetto Green Pass Ue) per la libera circolazione durante la pandemia agita i no vax. La modifica, annunciata ufficialmente oggi in Gazzetta Ufficiale, ribadisce che bisogna evitare la discriminazione delle persone non vaccinate, ma inserisce una nuova fattispecie. Mentre prima si richiamavano le persone non vaccinate per motivi medici, perché non rientrano nelle categorie per cui il vaccino è attualmente consentito e somministrato (come i bambini) o perché non hanno avuto l’opportunità di essere vaccinate, ora compare nel testo anche un’altra condizione, cioè «hanno scelto di non essere vaccinate». Una modifica non di poco conto, perché così si ribadisce che la somministrazione del vaccino o la contrarietà ad esso non possono rappresentare un motivo per il quale consentire e/o impedire la libera circolazione nell’Unione europea.



Infatti, il certificato COVID digitale dell’Ue è pensato come uno strumento per favorirla, ma d’altra parte non è un documento di viaggio. Infatti, bisogna verificare eventuali restrizioni e verificare le misure sanitarie pubbliche nel luogo di destinazione che si desidera raggiungere.

UE CONTRO DISCRIMINAZIONI PER CERTIFICATO COVID

Proprio questa rettifica sta diventando nelle ultime ore anche lo strumento per contrastare il governatore campano Vincenzo De Luca, che minaccia la non riapertura delle scuole in assenza di un piano straordinario di vaccinazione. Viene, infatti, ribadito il principio precisato nel regolamento: «È necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate». Inoltre, si chiarisce che il possesso di un certificato di vaccinazione «non dovrebbe costituire una condizione preliminare per l’esercizio del diritto di libera circolazione o per l’utilizzo di servizi di trasporto passeggeri transfrontalieri quali linee aeree, treni, pullman, traghetti o qualsiasi altro mezzo di trasporto». Ma aspetto ancor più importante è che tale regolamento «non può essere interpretato nel senso che istituisce un diritto o un obbligo a essere vaccinati». In sintesi, si ha la facoltà di decidere di non vaccinarsi, per questo non si può impedire la circolazione, ma bisogna comunque rispettare le restrizioni previste dal luogo di destinazione. Dunque, l’Ue passa la palla agli Stati membri.



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