Il sistema sanitario spagnolo sembra essere arrivato al punto di non ritorno. Lo dimostra il fatto che molti dottori si ritrovano a dover prendere decisioni che pensavano possibili solo in scenari di guerra. La situazione per l’emergenza coronavirus in Spagna è infatti drammatica al punto tale che le terapie intensive si stanno preparando al peggio. In vista del picco epidemico, un team di esperti del Servizio medico d’emergenza (Ems) della Generalitat della Catalogna ha ad esempio elaborato un protocollo, che è stato approvato dal Consiglio delle associazioni mediche della Catalogna, per la cura dei pazienti affetti da Covid-19 con insufficienza respiratoria. Questo documento, a cui il quotidiano ABC ha avuto accesso, spiega che non vanno intubati gli anziani, pazienti di età superiore agli 80 anni, a cui va offerta solo ossigenoterapia con maschera. Inoltre, si consiglia di ottimizzare le risorse e di «evitare di ricoverare pazienti con scarse prospettive». Il materiale va riservato «a quei pazienti che ne possono beneficiare maggiormente, in termini di anni di vita salvata».
CORONAVIRUS SPAGNA, PROTOCOLLO CHOC PER MEDICI
In questa emergenza coronavirus devono essere i giovani le persone a cui dedicare il massimo sforzo terapeutico. È questo in sintesi il messaggio choc che emerge dal protocollo sviluppato in Catalogna per i medici di terapia intensiva. Chi ha più di 80 anni e ha l’Alzheimer è tagliato fuori, è già spacciato. Per gli anziani, dunque, solo ossigenoterapia e morfina per alleviare la dispnea se il primo trattamento non funziona. Lo stesso vale per i pazienti in pessime condizioni di salute tra i 75 e 80 anni, secondo quanto riportato da ABC. Per quanto riguarda i pazienti anziani per i quali non c’è efficacia di trattamento, «possono essere lasciati a casa a condizione che il follow up e le cure palliative possano essere garantiti con la rete di assistenza primaria». Il ministro della Sanità Alba Verges ha negato che siano state date queste istruzioni, così il direttore medico del SEM Xavier Jimenez, il quale però ha confermato che questo documento esiste. «Tutto quello che facciamo è offrire ai pazienti la migliore opzione a seconda della loro situazione». Il dilemma etico però non riguarda solo Barcellona, ma tutta la Spagna, esattamente come emerso nelle scorse settimana in Italia, dove però questo scenario è stato congiurato.