Un ristoratore era stato sfrattato perchè indietro di alcune mensilità con l’affitto, ma il giudice gli ha dato ragione in virtù del periodo di crisi economica causata dall’epidemia di coronavirus, quindi, per cause esterne allo stesso gestore. La notizia è riportata quest’oggi dai colleghi di Tgcom24.it, e ci giunge da Milano dove il giudice Arianna Chiarentin ha bloccato lo sfratto ai danni di un ristoratore di Settimo Milanese, nell’hinterland del capoluogo lombardo, che non era più riuscito a sostenere l’affitto durante il periodo del lockdown, precisamente le mensilità di marzo, aprile e maggio (valore totale, 10.600 euro). Il magistrato ha rinviato la causa a dicembre, e soprattutto, ha chiesto alle parti in gioco di rinegoziare il canone di locazione, facendo appello al dovere di solidarietà, così come si legge sulla Costituzione. Una sentenza “clemente” quindi, in favore del ristoratore, una delle categorie più falcidiate dall’epidemia di covid in corso, alla luce anche dell’ultimo Dpcm che ha obbligato i locali a chiudere alle 18:00, facendo così “saltare” la cena.



NON PAGA AFFITTO PER COVID: “SERVE RINEGOZIAZIONE DEL CANONE”

Il giudice milanese ha dichiarato che “nell’emergenza sanitaria in corso è da ritenersi necessaria – parole riportate da TgCom24.it – alla luce del principio di buona fede e correttezza nonché dei doveri di solidarietà costituzionali, una rinegoziazione del canone“. In caso contrario, verrebbero scaricati sull’affittuario tutti i sacrifici che ha nel contempo sofferto di una “limitazione nel godimento del bene”. Inoltre, sempre il giudice ha osservato che nel caso in cui il proprietario del locale rimettesse sul mercato il locale, nell’attuale situazione di crisi “verosimilmente non otterrebbe” più il valore fissato dall’ultimo contratto, ottenendo invece una riduzione. Di conseguenza è necessario che le due parti in gioco trovino un accordo, con il proprietario che dovrà quindi abbassare il costo dell’affitto, per permettere al ristoratore di “rientrare” dal debito contratto. Come conclude TgCom24.it, la sentenza si ricollega alla relazione attraverso cui la Cassazione, a luglio, aveva affrontato il tema della “Eccessiva onerosità dei canoni conseguente all’ emergenza Covid-19”.

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