Il sottosegretario leghista all’Economia Federico Freni, a Repubblica, parla di Pnrr, debito pubblico e aiuti agli italiani. Il Pnrr scaricherà 140 miliardi di debito sui conti pubblici nei prossimi tre anni: “Sapevamo tutti, sin dall’inizio, che il Pnrr avrebbe avuto un impatto sul debito. Ma è un debito per crescere, un debito buono, i cui vantaggi sono enormemente superiori allo sforzo richiesto. Un debito assolutamente sostenibile: le casse dello Stato sono al sicuro. Il tema è un altro e cioè spendere bene, per evitare debito inutile”, spiega.
Come sottolinea l’esperto, “Rinunciare anche a un solo centesimo dei fondi europei non è all’ordine del giorno: significherebbe togliere al Paese un’occasione senza precedenti. Negare i ritardi non avrebbe senso: ma io non sono per lo scaricabarile, sono per rimboccarsi le maniche e lavorare. Abbiamo tutto il tempo per riallineare la messa a terra delle risorse alla programmazione”. Questo sarà possibile “Adeguando il Piano alle mutate congiunture economiche, attivando, come è stato fatto, un coordinamento più fluido ed efficiente tra tutti i soggetti attuatori del Pnrr: spendere 191,5 miliardi in sei anni non è uno scherzo. Le misure introdotte, dalle assunzioni alle semplificazioni, vanno in questa direzione ma hanno fisiologicamente bisogno di tempo per diventare strutturali”.
Freni: “Nessuna modifica alle emissioni del Pnrr”
A Repubblica, Federico Freni, sottosegretario all’Economia, spiega che “Al momento non è prevista alcuna modifica al calendario delle emissioni” del Pnrr. Infatti, “Recentemente, il ministero dell’Economia ha confermato quello trimestrale, relativo al periodo luglio-settembre: se ci fosse stata un’urgenza, saremmo di certo intervenuti tempestivamente. Tra l’altro contiamo di ricevere il via libera alla terza rata nei prossimi giorni, oltre a inviare prossimamente la richiesta per l’erogazione della quarta tranche. Restiamo vigili, monitorando l’evoluzione del fabbisogno, pronti a intervenire qualora fosse necessario”.
Eppure, alcuni obiettivi sono stati modificati per i ritardi nelPnrr“Avremmo potuto scegliere una strada differente e cioè presentare la richiesta di pagamento a fine giugno senza alcuna interlocuzione preventiva, ma sarebbe stato un atto di disonestà nei confronti del Paese. I problemi, generati soprattutto dall’inflazione, non vanno nascosti sotto al tappeto come la polvere: rinegoziare alcuni obiettivi a monte, in piena sintonia con la Commissione europea, ridurrà i tempi della valutazione che partirà quando inoltreremo la richiesta per la quarta rata”.
Cambiati 10 obiettivi su 27
Come spiega ancora il sottosegretario Federico Freni a Repubblica, “Rispettiamo il lavoro della Commissione europea, a cui spetta valutare se gli obiettivi sono stati raggiunti. Tuttavia, proprio perché ci siamo seduti al tavolo da aprile, non ieri, per mettere a punto le modifiche, siamo fiduciosi sul fatto che la quarta rata possa arrivare entro la fine del 2023″.
Gli obiettivi cambiati sono stati 10 su 27: “Le modifiche che sono state introdotte riguardano principalmente questioni di carattere normativo, in altri casi invece abbiamo preso atto che il mercato non ha risposto come ipotizzato inizialmente ed abbiamo allineato i target. Non c’è alcun definanziamento: raggiungeremo gli obiettivi finali, abbiamo solo rivisto qualche scadenza intermedia”.