Marcella Enoc, per nove anni alla presidenza dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, ha commentato a La Stampa il caso di Chiara Ferragni e Balocco, che ha generato non poche polemiche. “Io non ho elementi per giudicare, non è il mio compito. Le posso dire come mi sono regolata io nella mia attività di manager”, ha precisato. “Ho sempre pensato che la beneficenza venisse perché le persone apprezzano la qualità delle prestazioni di un ospedale. Quella è la leva che spinge a donare”.



È anche per questo motivo che non ha mai promosso attività di questo genere durante il suo incarico. “Non penso che la strada della pubblicità sia giusta. Personalmente sono sempre stata prudente, ho evitato di concedere il logo del Bambino Gesù per queste iniziative”. Neanche nel 2014, quando è arrivata e la situazione non era delle migliori. “Il Bambino Gesù era nelle cronache sugli scandali, non godeva certo di una buona reputazione, anche se nessuno ha mai messo in dubbio l’altissima qualità del nostro personale. Col tempo comunque la beneficenza è tornata consistente”.



“Non si concede logo ospedale a iniziative pubblicitarie”,

Marcella Enoc, in virtù di quanto accaduto a Chiara Ferragni e Balocco, teme adesso che ad avere la peggio siano proprio quelli che dovrebbero essere i reali destinatari delle attività benefiche. “La cosa che mi dispiace di più delle polemiche di questi giorni è che finiscano per togliere valore, per inquinare i tanti gesti buoni di donazione che ci sono”, ha ammesso l’ex presidentessa dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma. La speranza dunque è che come accaduto anche dopo lo scandalo dell’attico dell’ex Segretario di Stato Tarcisio Bertone nel 2014, accusato di avere utilizzato i soldi dell’ospedale per ristrutturare casa, la vicenda possa presto essere messa da parte in favore di nuove cospicue donazioni che vadano oltre le attività pubblicitarie. 

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