Sull’edizione odierna de “La Verità”, il giornalista Marcello Veneziani effettua un’ampia disamina sulla questione vaccini, che “non riguarda solo noi cittadini, ma anche i governi e, per molti versi, la stessa comunità scientifica. Del resto, se da più di un anno non si riesce a venirne a capo è evidente che annaspiamo, tutti nel buio, tentiamo vie sperimentali, siamo cavie del nostro futuro”. L’autore dell’articolo pone alcuni interrogativi fondamentali: si hanno dati generali o su campioni rappresentativi e differenziati per età, condizione di salute, tipo di vaccino somministrato, che ci dicano quanti decessi si sono registrati dopo aver ricevuto il vaccino, prima e/o seconda dose? Quanti hanno avuto altre complicanze dopo la somministrazione del vaccino? Si può conoscere, a un mese dal vaccino qual è la situazione?
Si tratta di “domande importanti, che non servono per alimentare sospetti e paure, ma, al contrario, per razionalizzare il clima e le scelte, renderci consapevoli del grado di efficacia. Se non possiamo avere la democrazia sanitaria, ovvero trasparenza e controllabilità dei dati a disposizione di tutti, se si secretano i dati, fateci almeno sapere che non vengono divulgate per precauzione, ma ci sono”.
VENEZIANI: “NON SI PUNTI SOLO SUI VACCINI”
Marcello Veneziani, su “La Verità”, sottolinea poi che “è necessario avere informazioni e spiegazioni per rendere consapevole la scelta conseguente. Vi prego solo di una cosa: non prendeteci in giro, non raccontateci bugie, non trattateci da bambini o da cretini. Arrivo a capire, ripeto, che su alcuni temi ritenuti sensibili mi diciate che sono informazioni riservate; ma non fate circolare statistiche sceme, o semplicistiche rassicurazioni del tipo ‘uno su un milione, cosa volete che sia’; dateci una risposta più seria e articolata”. Infine, senza mettere in discussione il piano vaccini o la strategia di vaccinare tutti, il giornalista evidenzia che “sarebbe vivamente auspicabile che si attrezzassero in modo efficace anche altre vie per non rimanere appesi al solo vaccino. Cosa intendo dire? Due cose. Una mi pare ovvia e spero sia superfluo dirlo: puntare a investire sulla ricerca per debellare a monte il Covid. L’altra, disporre davvero di un protocollo alternativo, non ospedaliero, all’insorgenza dei primi sintomi”. Un esempio? “Attrezzare un numero verde in cui si denunciano i primi sintomi e un medico ti prende in carico e ti segue passo dopo passo, seguendo un protocollo concordato, evitando l’ospedale”.