Soprattutto in Italia la campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo ha visto prevalere toni e argomenti strettamente legati alla politica interna piuttosto che tentare un approfondimento dei problemi e delle prospettive dell’Unione. Hanno prevalso gli slogan e i luoghi comuni, come sempre più spesso accade in questo mondo dominato dai social network. Con un dibattito, quando c’è stato, caratterizzato da una generica superficialità come se la politica europea si potesse fermare ai tappi di bottiglia.
Una prospettiva determinata anche dal fatto che ormai l’Europa è una nostra compagna di viaggio, fa parte della nostra realtà quotidiana e, nonostante tutte le critiche possibili, costituisce un elemento positivamente determinante della qualità della vita e del benessere collettivo.
La stessa battaglia contro la moneta unica europea, che aveva animato i populismi di vario tipo, ha ormai perso forza e contenuti: non è difficile rendersi conto che l’euro ha facilitato i rapporti dei cittadini tra gli Stati, ha ampliato il mercato interno con effetti positivi per i risparmiatori, ha dato un impulso sostanziale a una corretta politica economica come ha dimostrato il successo della lotta alla fiammata inflazionistica che si era manifestata nel 2023.
E anche elementi avversi, come la Brexit, hanno dimostrato il loro velleitarismo se è vero, come è vero, che il 60% degli inglesi che avevano votato per la separazione voterebbero ora per rimanere nell’Ue.
In questo mondo fatto di complessità è allora più che opportuno ricordare i fondamentali, ribadire i tanti elementi positivi, riaffermare i principi di fondo che sono diventati pratica quotidiana.
Come, per esempio, il fatto che “il progetto europeo mette al centro di tutta la costruzione comunitaria il principio di libertà”: lo afferma Roberto Santaniello nel libro L’Unione Europea spiegata ai ragazzi” (Brioschi, 2024). Santaniello è funzionario della Commissione europea e responsabile dell’Eurobarometro che cura sondaggi per conoscere l’evoluzione dell’opinione pubblica. Questo libro, agile, ma denso di contenuti, non dà nulla per scontato: proprio la forma divulgativa permette di approfondire i temi e i problemi che hanno caratterizzato il cammino europeo. Un cammino, perché l’Unione europea non si è sviluppata aderendo a uno schema rigido e astratto, ma ha progressivamente adattato le proprie istituzioni e la propria identità affrontando i problemi e sfruttando le opportunità.
Conoscere l’Europa, partendo dai più giovani, diventa quindi un elemento fondamentale. Soprattutto in un momento come l’attuale dove le ragioni dell’Unione, avviata sulle macerie della Seconda guerra mondiale, appaiono fondamentali e insieme profetiche. Sono gli obiettivi di pace e prosperità che hanno accompagnato la nascita e lo sviluppo dell’Ue. Pace e prosperità ancora più importanti in questo mondo dove sono tornati a tuonare i cannoni e dove la crisi economica amplifica le disuguaglianze.
Ma in questa prospettiva l’Europa non è un problema in più, anzi è parte della soluzione. Soprattutto se i cittadini europei – come scrive Santaniello – “si sentiranno partecipi di un’unica comunità con un destino condiviso”. Con la speranza che spiegando queste realtà ai ragazzi anche gli adulti possano se non farne tesoro, almeno comprenderle meglio.
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