I comuni montani italiani sono oltre 1.200, per una produzione di valore che sfiora 8 miliardi di euro, direttamente, e 12 considerando l’indotto. Le montagne rappresentano il 35,2% del territorio nazionale, dove vivono e lavorano circa 12 milioni di persone. Sono 63 le province italiane montane, con 2.077.826 micro e piccole imprese (MPI) attive con 5.137.434 addetti, il 47,3% degli addetti nazionali delle MPI.
Secondo Eurostat, l’Italia è il primo Paese dell’Unione europea per Pil realizzato in province montane, territori in cui almeno metà della superficie e/o della popolazione è in aree montane. Nell’economia della montagna, a fronte del 47,8% della popolazione nazionale, nel 2021 si concentrava il 51,1% delle presenze turistiche totali e il 50,7% di quelle straniere. Attualmente le circa 200 principali stazioni montane italiane offrono complessivamente oltre mezzo milione di posti-letto in alberghi ed esercizi complementari, a cui vanno aggiunti circa 1.600.000 posti-letto in residence e seconde case.
La montagna vanta, rispetto al mare, una destagionalizzazione più strutturata, che potrebbe ancora crescere al di là dei due picchi (estate e inverno) grazie a iniziative coordinate tra pubblico e privato. Bisogna lavorare insomma sulle terze stagioni. In dieci anni, ad esempio, il carosello Dolomiti Superski in estate ha visto passare gli impianti aperti da 80, per 86 giorni, a 120, per 114 giorni minimi di esercizio. Adesso siamo a 114 giorni d’estate e 135 in inverno.
Allungare le stagioni sarebbe possibile, ma bisognerebbe che i primi a crederci fossero gli imprenditori. E invece si arriva a metà aprile, e poi si chiude fino a giugno, idem in novembre. Ma c’è un altro nodo fondamentale da sciogliere: la proporzione tra posti letto e offerta in loco, un equilibrio rovinato dalla speculazione edilizia che ha portato negli anni a una maggioranza di posti letto freddi rispetto ai caldi (i freddi sono quelli delle seconde case, vuote per la maggioranza del tempo; i caldi sono quelli delle strutture di hospitality), una situazione che non garantisce la stabilità nelle marginalità delle attività locali.
È evidente che i problemi della montagna potrebbero trovare soluzioni importanti da nuovi investimenti e nuovi progetti. E il più grande investimento degli ultimi tempi è quello per le prossime Olimpiadi, dalle quali si attendono quindi impatti positivi di lunga durata. Proprio di questo si discuterà domani (mercoledì 5 aprile) alle 9.30 a Palazzo Bembo, sede della Luiss Business school di Belluno, nell’evento “Cortina, le olimpiadi e oltre. L’evoluzione del turismo in montagna” organizzato da Confindustria Belluno Dolomiti, Confindustria Alberghi, Luiss Business School in collaborazione con Cushman & Wakefield e LBS Alumni. Tanti gli ospiti e i relatori, rappresentanti del mondo dell’ospitalità italiana e internazionale, per un confronto operativo che si preannuncia di altissimo livello.
“Mancano meno di tre anni alle Olimpiadi e bisogna parlare di investimenti, soprattutto in un settore cruciale come quello dell’ospitalità. Nel prossimo triennio dovremo farci trovare pronti e sostenere una profonda trasformazione”, afferma Lorraine Berton, Presidente di Confindustria Belluno Dolomiti e presidente del Gruppo tecnico nazionale Sport e grandi eventi, che aprirà i lavori accanto a Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi. “Grazie alle Olimpiadi il comparto turistico montano potrà recuperare posizioni e acquisire competitività, a patto che si porti avanti contemporaneamente una seria programmazione fatta di infrastrutture materiali e immateriali: questo significa opere viarie efficienti e connessioni virtuali veloci. I Giochi Olimpici per la montagna dovranno essere un punto di partenza e non di arrivo, in grado di attrarre risorse ed energie: solo così creeremo nuove condizioni per la permanenza di giovani e famiglie nelle nostre terre”.
“Attraverso la lente di Cortina, che in vista delle prossime olimpiadi sta vivendo una profonda trasformazione, guardiamo alle dinamiche del settore alberghiero che investe nel turismo della montagna”, ha aggiunto Maria Carmela Colaiacovo. Alessandro Belli, head of Hospitality Italy di Cushman & Wakefield e presidente Alumni Luiss Business School, presenterà un’analisi del mercato hospitality nel comparto montagna. Seguiranno due tavole rotonde moderate rispettivamente da Giorgio Palmucci, vicepresidente Confindustria Alberghi e past president ENIT, e Alessandro Belli. Interverranno Arnaldo Aiolfi, ad Italia e direttore Progetti di sviluppo Europa del Sud di Club Med; Graziano Debellini, presidente TH Group; Valeria Ghezzi, presidente ANEF; Franco Lentini, Hospitality development manager di Enrosadira e advisor Coordinamento turismo Confindustria Veneto; Angelo Wu, vice presidente di INVEL Real estate partners; Erich Falkensteiner, presidente FMTG; Aldo Melpignano, founder e ceo Egnazia; e Emanuele Prataviera, head of Real estate investments Finint SGR.
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