Solo chi è stato molto ma molto attento avrebbe scoperto nei giorni scorsi che il New York Times ha deciso di denunciare la Commissione europea per non aver reso pubblico lo scambio di messaggi tra la presidente, Ursula von der Leyen, e il responsabile di Pfizer Albert Bourla, riguardo il negoziato che ha portato all’acquisto delle dosi di vaccino per il Covid.
Il quotidiano (di solito citatissimo ogni volta che parla male di Trump e dei repubblicani in tv e sui giornali italiani) sostiene che la Commissione aveva l’obbligo di rendere pubblici i messaggi, in nome della trasparenza, perché potrebbero contenere informazioni utili legate all’acquisizione per miliardi di dollari in dosi di vaccino (stiamo parlando di miliardi, non milioni di euro!)
Le accuse a von der Leyen per il suo rapporto con Pfizer risalgono ad aprile 2021, quando il New York Times, sulla scorta di un’inchiesta di neztpolitik.org, rivelò che la presidente della Commissione e l’amministratore delegato della multinazionale Usa, Albert Bourla, avevano trattato tramite “chiamate e sms” una fornitura di 1,8 miliardi di dosi di vaccino anti-Covid. Da qui l’intervento della mediatrice europea, Emily O’Reilly, che ha chiesto di avere accesso alle conversazioni confidenziali.
La Commissione ha replicato affermando di non essere in grado di trovare gli sms che si scambiarono la presidente dell’esecutivo Ue e il numero uno di Pfizer. La commissaria alla Trasparenza Vera Jourová aveva spiegato che i messaggi potevano essere stati cancellati, a causa della loro “natura effimera”. Nella vicenda si è inserito anche il Parlamento europeo, gli eurodeputati hanno chiesto a von der Leyen e Bourla di comparire in audizione, ma finora nessuno dei due ha partecipato alle riunioni della commissione.
Lo scorso ottobre, la Procura europea ha annunciato di avere aperto un’inchiesta sull’acquisto dei vaccini anti Covid dopo che una relazione della Corte dei conti dell’Ue aveva sollevato non poche perplessità sulla gestione della trattativa tra Bruxelles e Pfizer. Secondo quanto rilevato dall’organo di controllo del bilancio europeo, la presidente della Commissione avrebbe trattato personalmente con la casa farmaceutica senza coinvolgere il gruppo negoziale in cui sono rappresentati gli Stati, rifiutandosi inoltre di rispondere alle richieste di chiarimento della Corte.
È inaudito che una politica “tratti in proprio” questioni di questo tipo, soprattutto quando è tuttora senza risposta l’indagine sul coinvolgimento di Heiko von der Leyen, marito della presidente, in un progetto di ricerca sui vaccini a mRna (la tecnologia usata dalla tedesca BioNTech e da Pfizer per il loro farmaco contro il Covid). Il progetto è finanziato anche dall’Italia con 320 milioni di euro provenienti dal Pnrr, prevede la partecipazione della società biotech statunitense Orgenesis, di cui Heiko von der Leyen è direttore scientifico. Dopo le polemiche, il marito della leader Ue si è dimesso dall’incarico all’interno del progetto.
Non vi sembrano notizie importanti? Eppure il Corriere della Sera in merito pare non abbia pubblicato neppure una riga, così come molti altri quotidiani italiani. A Bruxelles c’è davvero del marcio.
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