È impossibile non tornare a parlare di Napoli nei giorni della conquista o quasi del terzo scudetto di calcio dopo 33 anni di speranza e passione. Chi respira l’aria della città si accorge che è diventata frizzante per la gioia. Chi alza gli occhi al cielo vede distese di nastri azzurri addobbare strade e palazzi. Chi legge i giornali si rende conto che c’è anche tanta preoccupazione.



La festa è fissata per il 4 giugno e ci si arriverà probabilmente già con il riconoscimento in petto. Mai vittoria è stata tanto annunciata. Così tanto che sono cadute tutte le difese scaramantiche tradizionalmente adottate da una popolazione che crede nel fato più che in se stessa. E dunque non c’è e non ci sarà nessuna sorpresa, nessuna palpitazione. Solo la rappresentazione di una felicità che si attende irrefrenabile.



Ma Napoli sa di essere finita di nuovo più sotto gli occhi del mondo. Questa volta per un primato, qualcosa di cui andare orgogliosi invece che per storie ordinarie di inefficienze e criminalità. Occorre comportarsi bene, dimostrare di essere diventati maturi e meritevoli dell’attenzione risvegliata come il turismo impazzito dimostra. Non si contano gli appelli social alla moderazione e alla concordia.

La dimostrazione che l’intenzione di far bella figura ci sia tutta è data in particolare da quella molto speciale porzione di tifosi che si riconosce nell’infernale “Curva A”. E che opportunamente lancia due accorati appelli “alla nostra gente”: “Ogni napoletano dovrà avere la propria bandiera per una sventolata storica” (e pacifica, s’intende) ed è invitato a manifestare “nel rispetto della città più bella del mondo”.



Gli ultras fanno sapere, nero su bianco, di aspettarsi comportamenti civili: “Non imbrattate e non danneggiate muri, piazze, strade e monumenti”, specificano mentre promettono che si ergeranno a difensori del decoro. Un miracolo laico – nella patria di San Gennaro – propiziato dalla pace con il patron Aurelio De Laurentiis che si è mostrato capace di insospettate doti di mediazione e persuasione.

La svolta, dopo un breve intenso e pericoloso periodo di rottura, è stata sancita dal tweet pubblicato poco prima della partita con il Verona proprio dal titolare del club: “Napoli siamo noi. Presidente e tifosi uniti per vincere”. Il tutto corredato da una bella foto di gruppo con il volto disteso e sorridente di tutti i sottoscrittori della pace. Una bella pagina che non si vorrà sporcare con atti di vandalismo e prepotenza.

Intenso anche il lavoro di Sindaco, Questore e Prefetto. Tutti intenti a individuare forme e luoghi di partecipazione che non mettano a repentaglio la sicurezza di cose e persone dando allo stesso tempo ai manifestanti la possibilità di dare sfogo alla propria contentezza. Insomma, si registra un impegno corale perché la festa sia davvero tale e non si trasformi nell’ennesimo caso di cronaca grigia o nera.

Dev’esserci fiducia nella buona riuscita del piano d’ordine se da settimane non si trova più un buco dove alloggiare e un posto al ristorante dove mangiare. Si scommette sulla bontà delle soluzioni individuate e sulla disciplina di chi dovrà rispettarle. Non era scontato che fosse così e sarebbe davvero bello se le aspettative della vigilia saranno mantenute. Una vittoria nella vittoria che ci farebbe onore.

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