Mentre Europa e Italia stanno uscendo dalla prima emergenza economica (2020-21) causata dalle restrizioni Covid, cresce il rischio di una seconda per diversi motivi, pur il rischio epidemiologico in riduzione: picco dei costi dell’energia, delle materie prime e dei semilavorati combinate con loro scarsità e colli di bottiglia nel circuito logistico globale. 



Si tratta per il momento di un rischio e non di una previsione che giustifichi eccessi pessimismo. Ma è un rischio che deve essere mitigato da politiche attive e tempestive mentre è osservabile un ritardo nei Governi, italiano ed europei e dell’Ue, ad adattare le misure prese nella prima emergenza per evitare la seconda. 



Ciò induce le associazioni produttive di Italia, Francia e Germania, tutte economie a rischio di “stagflazione” (stagnazione combinata con inflazione), ad aumentare la pressione sui rispettivi Governi, e sulla Commissione, per una maggiore reattività, ma questi mostrano difficoltà a definire interventi rapidi su una situazione imprevista. 

L’incertezza è stata poi complicata da una comunicazione subottimale da parte della Bce: improvvisamente ha cambiato la postura da espansiva a restrittiva senza specificare la seconda e senza bilanciarla con rassicurazioni. Ciò ha creato la scorsa settimana un’impennata dello spread italiano, creando un rischio di aumento del costo di rifinanziamento del debito che potrebbe compromettere la ripresa. 



In sintesi, c’è uno iato crescente tra domanda di azioni rapide per mitigare i rischi e l’offerta di azioni di politica monetaria ed economica che rende urgente la loro ri-convergenza per rinnovare la fiducia. Esempio concreto di questo momento è il fatto che il mercato finanziario, non trovando ancoraggi per la fiducia, sia in posizione di vendita, per esempio le Borse calanti. 

Su cosa e come intervenire? Il fattore di crisi principale è il costo dell’energia (quadruplicato in Italia). La soluzione di breve termine sul piano europeo è creare un pacchetto unico di acquisti delle importazioni di gas e petrolio a prezzi calmierati in cambio di contratti a lungo termine e aumentare le forniture di gas liquido sotto ombrello statunitense per bilanciare la dipendenza ricattatoria dal gas russo. Sul piano italiano vanno rivisti Pnrr e bilancio per allocare più risorse a sostegno delle imprese in difficoltà, senza aumentare l’indebitamento.

Il contrasto al rischio di seconda emergenza economica non è politicamente facile, ma essendo tecnicamente molto chiaro dovrebbe smuovere le soluzioni politiche sia in Italia, sia nell’Ue. 

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