Una professoressa di una scuola superiore di Firenze ha “invitato” un’alunna a tornare a scuola in presenza, lasciando la Dad, la Didattica a distanza, altrimenti le avrebbe “spezzato un’altra gamba”. La notizia, riportata nelle scorse dai principali organi di informazione online a cominciare dal quotidiano La Nazione, vede come vittima una studentessa di prima superiore, tra l’altro con disturbi specifici dell’apprendimento, collegata in Dad in quanto qualche settimana prima, durante l’ora di educazione fisica, si era procurata un infortunio al ginocchio. “Guarda di tornare presto a scuola, sennò ti spezzo pure l’altra gamba”, le parole che la docente del liceo artistico Alberti-Dante avrebbe rivolto alla ragazzina. Una vicenda risalente al 5 marzo scorso, quando tra l’altro tutta la classe era in Dad per via delle restrizioni all’epoca ancora in vigore. “Smetti di stare a casina a coccolarti la gamba. Vieni a scuola. Ti vogliamo vedere in presenza. Sono sicura che lunedì prossimo la tua gamba starà bene”, ha aggiunto la prof in audio circolante in queste ore.
La ragazza, dopo tali parole, si è messa a piangere ed ha raccontato tutto ai genitori, che hanno così deciso di rivolgersi alla scuola. “Siccome non siamo riusciti ad ottenere nulla né scrivendo alla preside né all’Ufficio scolastico, – raccontato a La Nazione – ecco che siamo arrivati a fare quel che non avremmo mai pensato”, ovvero, far partire una querela nei confronti della docente. “Lo facciamo affinché nostra figlia – spiega ancora la madre – che sta soffrendo molto per quanto avvenuto, abbia giustizia. Se fossero arrivate delle scuse e se ci fosse stato un sereno confronto con la docente, tutto sarebbe finito lì”.
“STOP DAD O TI SPETTO L’ALTRA GAMBA”, LA DIFESA DELLA PRESIDE
La dirigente del liceo, Rita Urcioli, ha ribattuto che “non è assolutamente vero che la scuola non abbia fatto nulla. Abbiamo subito svolto un’indagine interna e siamo in stretto contatto con l’Usr. Abbiamo organizzato dei consigli straordinari e sentito la psicologa che segue la ragazza. C’è un procedimento in corso e non possiamo aggiungere altro. Quelle frasi sono state comunque estrapolate da un contesto che va ben circoscritto. Io non ero presente e non ho ascoltato l’audio. Credo però che i genitori non abbiano fatto bene a spingersi fino a tanto. Reputo che tutto questo clamore non faccia il bene della ragazza”.