È dal 2014 che Luca Abete, noto inviato di Striscia la Notizia, porta avanti il suo tour motivazionale #NonCiFermaNessuno, con l’obiettivo di incoraggiare gli studenti universitari a comprendere l’importanza che può avere un insuccesso se diventa un’occasione di riflessione e un’opportunità di riscatto. Un tour che resiste al tempo e che vede aumentare di volta in volta il numero di partecipanti.



Dieci anni di incontri in giro per l’Italia per le università, ti aspettavi questo successo?

Sinceramente ci speravo. Ero mosso dal desiderio di offrire agli studenti un supporto nel difficile cammino della vita ed ero certo che avrebbero apprezzato. Ma l’idea era troppo innovativa: parlare in ambienti accademici di paure, fallimenti e disagi invece che di competitività, eccellenza e affermazione di se stessi era impensabile. Pian piano però molte cose sono cambiate e alle porte in faccia dei primi tempi ora sovrapponiamo quelle spalancate che ci conducono in aule gremite dove interesse, apprezzamento e gratitudine sono le caratteristiche principali.



L’idea è stata vincente, ma anche le modalità con cui è stata sviluppata…

Io ho un grande dono: sono un adulto che ricorda ancora le sensazioni, i pensieri e le inquietudini di quando era ragazzo. Questo mi ha aiutato a formulare un approccio sensibile al target di riferimento. Nessuna lezione di vita, ma la narrazione di tante storie che si incrociano e alimentano quella fiducia che a loro manca.

Cosa manca ai ragazzi italiani secondo te?

Loro vogliono raccontarsi, esprimere quello che sentono. Combattono contro un nemico che si chiama solitudine che molto spesso per fortuna è solo percepita, non è reale. Escono dall’aula dopo i nostri talk rinfrancati dal fatto di sentirsi meno soli perché si è parlato della loro vita, esplorandola dal di dentro, senza filtri, senza giudizi, dando voce a chi sente nel cuore la necessità di essere ascoltato.



Gli adulti quindi dove sbagliano?

Giudicano troppo frettolosamente una realtà che pensano di conoscere, ma non hanno mai davvero approfondito. Il gap generazionale c’è sempre stato. Anche quando ero studente io. Oggi come allora potrebbe essere sufficiente accorciare le distanze. Abbandonare giudizi avventati e grossolani e dare vita semplicemente a un dialogo proficuo per tutti.

Quindi i ragazzi non hanno colpe?

Agli studenti dico sempre che dovremmo tutti fare un passo. Anche i loro genitori, i loro nonni vivono circostanze di disagio. L’errore è pensare che la vita riservi paure, difficoltà solo a chi è più giovane. Aprirsi invece di chiudersi è un buon punto di partenza. Dare ascolto per essere ascoltati, è una formula vincente. Donarsi è il modo più bello, giusto e proficuo che crea vantaggi a tutti

Donare è un verbo molto usato in questo format.

Sì è vero. Per questo motivo avviciniamo i ragazzi al volontariato spiegando loro che in ambito lavorativo, come in quello personale, le qualità umane spesso fanno la differenza, ma vanno allenate. Chi vive di generosità si arricchisce più di chi riceve. Accresce il proprio bagaglio di esperienze, migliora la propria sensibilità e allarga le proprie prospettive. Da questo punto di vista, abbiamo trovato nel Banco Alimentare un compagno di viaggio strepitoso con il quale divulghiamo la lotta allo spreco, il valore della solidarietà e raccogliamo cibo da donare alle famiglie in difficoltà.

In che modo raccogliete cibo?

Nel modo più originale, provocatorio e allineato ai gusti dei ragazzi. Ho fatto realizzare SuperFoody, un web game gratuito che consente a tutti loro di divertirsi e raccogliere cibo virtuale che contemporaneamente viene conteggiato e trasformato in pasti completi grazie al food donor Lidl Italia.

Un nuovo modo, insomma, di fare beneficenza?

Il nostro è un laboratorio permanente dei linguaggi della comunicazione. La call to action è Gioca & Dona, ed è un esperimento notevole dal punto di vista strategico-comunicativo. Rende i ragazzi protagonisti senza appesantire il messaggio solidale, rendendolo invece accattivante, diretto ed efficace. Abbiamo raccolto finora oltre 7.000 pasti completi e il contatore è in continuo aggiornamento. Una bella soddisfazione: il nostro contributo a sostegno di tante persone e famiglie in difficoltà, per essere al fianco dei tanti volontari e operatori del Banco Alimentare che urlano insieme a noi #NonCiFermaNessuno!

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