#NonCiFermaNessuno è il tour motivazionale con Luca Abete, inviato di Striscia la Notizia, nato nel 2014 con l’obiettivo di incoraggiare i giovani studenti universitari attraverso un confronto sereno, partecipato e condiviso, sull’importanza che può acquisire un insuccesso se diventa occasione di riflessione e opportunità di riscatto. Il format gode del patrocinio morale della Conferenza dei Rettori e ha ricevuto nel 2018 la Medaglia del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.



Il Futuro non fa paura” è il claim scelto per l’edizione 2023 che sta attraversando l’Italia da Nord a Sud in dieci tappe. Dopo Napoli, Milano e Parma, i prossimi appuntamenti vedranno protagonisti gli studenti di Messina (8 maggio), Firenze (15 maggio) e Roma (16 maggio).

Cosa hanno in comune Luca Abete e gli studenti universitari?



Credo di avere un grande dono: sono un adulto che non dimentica le paure e i momenti difficili di quando era ragazzo. Sento tutte le sensazioni che i giovani mi raccontano. Questa empatia permette un rapporto straordinario. In comune ho la curiosità, la tenacia, la voglia di esplorare la vita. Questa campagna sociale nasce da un’idea: ascoltare gli studenti, confrontarsi su argomenti a loro cari e condividere un pensiero positivo. I consigli che do sono frutto di una possibilità che mi sono dato: la possibilità di non guardare mai le cose da una sola prospettiva, ma di ampliarla sempre, conservando lo spirito che avevo da ragazzo. Il successo che riscontriamo in ogni tappa è la conferma che quando si parla col cuore, senza giudizi affrettati, si può creare un dialogo proficuo.



La solidarietà, in questo progetto, quanto è presente? Qual è l’obiettivo da raggiungere con #NonCiFermaNessuno?

Il progetto #NonCiFermaNessuno nasce con l’intento di sostenere i ragazzi nel loro percorso di crescita, anche con un riferimento specifico alla valorizzazione del proprio bagaglio umano. Il valore del volontariato, del vivere esperienze utili basate sull’impegno sociale può davvero ampliare le prospettive e trasformare quello che siamo. Il gemellaggio con il Banco Alimentare, dal 2016, ci offre l’opportunità di offrire agli studenti un’esperienza di azione concreta come volontari. Il viaggio in una realtà pregna di significati, utile a tante famiglie in difficoltà, tra tante persone che mettono a disposizione tempo, passione e competenza è sempre appagante. Abbiamo avviato anche azioni di raccolta e donazione concreta. Lo scorso anno abbiamo raccolto 30.000 pasti. Quest’anno ho inventato un webgame: Super Foody. Giocando si possono raccogliere e quindi donare pasti completi, messi a disposizione dal food donor Lidl Italia alla rete solidale del Banco Alimentare.

I feedback sono importanti, consentono una crescita. Quali feedback ricevi dai ragazzi dopo un talk?

Al termine dei talk i ragazzi hanno un sorriso immenso sul volto. Il format prevede momenti di divertimento e occasioni di riflessione. Da quel sorriso e dai ringraziamenti che ricevo, mi rendo conto di quanto i giovani abbiano bisogno di questi momenti. Spesso sono legati al giudizio dell’altro, nei talk, anche attraverso testimonianze di personaggi noti, diciamo loro che le parole vanno ascoltate, ma non devono condizionare il loro mondo.

La pressione universitaria spesso priva i ragazzi delle energie per poter esprimersi al meglio. Cosa pensi a riguardo?

La vita ogni giorno ci mette di fronte a difficoltà da superare. L’università è una delle tante sfide che la vita pone, gli inizi sono sempre difficili, ma trovare la chiave per superare le difficoltà è fondamentale. A loro dico sempre: se non ci sono difficoltà vuol dire che non state costruendo. Oggi le università non sono più come una volta. Quando l’ho frequentata io i docenti e i rettori erano meno orientati al dialogo, oggi è in corso un sostanziale cambiamento: c’è ascolto, supporto costante.

Cosa immagini per il futuro di #NonCiFermaNessuno?

Il mio sogno è riuscire ad abbracciare più ragazzi possibile. Questa campagna sociale cambia pelle ogni anno. Dall’ascolto nascono nuove traiettorie, emergenze, linguaggi, necessità. Mi piacerebbe coinvolgere anche i più giovani, i bambini ad esempio. Il valore di un messaggio del genere può davvero cambiare le sorti di tante anime fragili, e perché no, migliorare il nostro Paese.

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