A Mattino Cinque si torna a parlare dell’omicidio di nonna Gilda Candreva, l’anziana di Paestum assassinata molto probabilmente dalla nipote 16enne, attualmente scarcerata e in comunità di recupero. “Da capire se si è trattatto di un’aggressionre premeditata, di una reazione o di una difesa, come la ragazza continua a sostenere”, ha spiegato Emanuele Canta, inviato di Mattino Cinque, in diretta tv. “Erano le 7 di sera di lunedì, la ragazza ha fatto una passeggiata in questa strada, incontra casualmente la donna, non c’erano dissidi ma non si incontravano da diversi mesi. La ragazza è entrata in casa e poi la lite furibonda: la giovane racconta di essersi solo difesa, e sul suo braccio destro vi sono i segni”. E ancora: “Ci sarebbero una serie di telefonate che la ragazza avrebbe fatto al suo fidanzato, forse per chiedere aiuto. E’ stata creduta dagli inquirenti, il suo racconto è stato ritenuto verosimile, ciò che ha raccontato è realtà e quindi potrebbe cambiare il capo di imputazione, quindi da omicidio volontario pluriaggravato il reato potrebbe alleggerirsi in eccesso di legittima difesa, ovviamente è tutto da dimostrare”.
Restano comunque moltissime le domande a cui non si riesce a dare una risposta, a cominciare dal perchè la nonna Gilda Candreva avrebbe deciso di aggredire in maniera così violenta la figlia? Inoltre, perchè la nipote ha a sua volta reagito in quel modo, colpendo a morte con un sacco di coltellate l’anziana parente? Nonna Gilda è stata colpita alle spalle, forse stava fuggendo o magari è caduta addosso alla nipote 16enne? Insomma, un sacco di rebus intricati e di interrogativi da sciogliere, che molto probabilmente nei prossimi giorni troveranno una risposta soddisfacente. Si sa che i figli non vedevano la signora da circa 3 anni, mentre la nipote non vedeva la nonna da circa 6 mesi: “I rapporti non erano senza dubbio stretti – ha commentato Emanuele Canta – è quasi incomprensibile a capire come mai, se questo racconto è quello reale, di aggredire la nipote con un coltello”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
NONNA UCCISA DA NIPOTE 16ENNE, PARLA L’AVVOCATO A STORIE ITALIANE
Antonello Natale, l’avvocato difensore della nipote che avrebbe ucciso la nonna a Paestum, in provincia di Salerno, è intervenuto ai microfoni di “Storie Italiane”, trasmissione di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele e andata in onda nella mattinata di lunedì 14 novembre 2022. Queste sono state le parole del legale della sedicenne: “La ragazza ha riferito le dichiarazioni in merito all’accaduto e bisognerà ora attendere qualche giorno per il confronto con le indagini dattiloscopiche e scientifiche e con l’autopsia. Quello che da giorni cerco di trasmettere è che, essendo una tragedia, è necessario aspettare, in quanto potrebbero esserci risvolti che potrebbero andare a modificare le ricostruzioni attualmente eseguite dai giornali”.
Oggi la sedicenne è indagata per omicidio volontario, ma potremmo assistere al cambio di un capo di imputazione? L’avvocato della nipote accusata di avere ucciso la nonna ha riferito: “Sono argomenti che vanno affrontati nelle aule di tribunale. Quello che la ragazzina ha dichiarato nell’immediatezza dei fatti è del tutto inutilizzabile, ma prima di dare giudizi affrettati nei confronti di questa ragazzina, aspettate”.
NONNA UCCISA DA NIPOTE, L’AVVOCATO: “I PROCESSI DEVONO ESSERE CELEBRATI IN TRIBUNALE”
L’avvocato Natale ha aggiunto a “Storie Italiane”: “Ci sono indagini in corso che io non conosco. I processi devono essere celebrati nelle aule di giustizia, non come sta accadendo ora. Voglio tutelare la signora che non c’è più e la ragazzina. La difesa è serena nell’affrontare questo processo, perché le indagini sono state svolte nei tempi e con gli strumenti giusti. Con tutti i particolari emersi, potremmo avere una ricostruzione totalmente diversa”.
Il primo a incrociare la nipote accusata di avere ucciso la nonna a Paestum, un operatore tv di nome Alfonso ha detto di fronte alle telecamere di Rai Uno: “Mi sono ritrovato davanti agli occhi una scena drammatica. La ragazzina era seduta al centro della strada, sanguinante. Era ferita, l’ho evinto dal fatto che con una mano si teneva il braccio. Era sotto choc, parlava in modo confuso, cercando di spiegare. Da quello che ho ascoltato, provava a dire che c’era stata una colluttazione con parole pesanti. Sentivo frasi del tipo ‘ti uccido’. Mi hanno colpito molto la mamma e il papà che, nonostante la situazione drammatica, cercavano di consolarla e accarezzarla i capelli. Molto spesso si portavano le mani agli occhi”.