Noos – L’avventura della conoscenza, il nuovo programma di Alberto Angela

Alberto Angela torna su Rai1 con un nuovo programma dal titolo “Noos – L’avventura della conoscenza“. Come mai questo nome e sopratutto cosa significa? Il figlio di Piero Angela è pronto per una nuova avventura televisiva in collaborazione con Rai Cultura. 6 puntate dedicate alla divulgazione scientifica e ai diversi campi della conoscenza che spazieranno dalla natura alla medicina, dall’estetica alla biologia senza dimenticare l’archeologia e la paleontologia. Proprio il conduttore e divulgatore dalla pagine de Il Messaggero ha dichiarato: “sono un paleontologo prestato alla tv” e rivela che nel nuovo programma si parlerà anche di sesso, ma precisa “non nella prima parte della trasmissione, siamo pur sempre su Rai1”.



Ma come è nato questo nome Noos?

A spiegarlo ci ha pensato proprio il figlio di Piero Angela sui social: “come vi anticipavo, non si chiamerà SuperQuark, quello è il programma di Piero e resterà suo per sempre. Forma arcaica del termine nous, questa parola in greco antico aveva diverse sfumature di significato, ma, sostanzialmente, voleva dire: ‘intelletto’. E così, viaggiare con l’intelletto automaticamente porta alla conoscenza e al sapere”. I ben informati ricorderanno che proprio il padre Piero Angela aveva presentato nel 1998 il programma Viaggio nel cosmo che portava una astronave con il nome Noos. In quell’occasione proprio Piero Angela spiegò: “l’abbiamo chiamata Noos, che in greco antico significa pensiero. Con lei potremo appunto spostarci alla velocità del pensiero da un punto all’altro dell’universo”.



Alberto Angela su Noos: “La tv deve nutrire i cervelli, non addormentarli”

Dal canto suo Alberto Angela ha le idee molto chiare sull’importanza della televisione come mezzo di divulgazione di sapere. “La tv deve nutrire i cervelli, non addormentarli” – ha precisato il conduttore e divulgatore che parlando del suo futuro in Rai ha dichiarato – “sono un consulente che non è legato alla Rai con un contratto di sangue. Se l’azienda vuole, ci sono e ci sarò. Finché posso, vorrei continuare qui perché la divulgazione deve essere pubblica, ma se la Rai mi mette in condizione di non lavorare al meglio, o ha dei dubbi, io vado altrove”.



Sui temi al centro del nuovo programma ha anticipato che eviterà tematiche come la maternità surrogata o fluidità: “non vogliamo spaccare il pubblico. La scienza non divide, è l’interpretazione che può farlo”.