Nora Rizzi continua il suo racconto: “Nel 1979 portai la mia classe del liceo scientifico in piazza per manifestare la rabbia per l’uccisione di Aldo Moro contro il parere del preside. Poi feci anche io il concorso per diventare preside: studiavo 22 ore su 24. E’ tutta un’altra cosa da insegnante a preside. Io ho preteso le cose nelle quali credevo”. La preside racconta la sua esperienza contro la camorra: “Era il 1988: era una situazione assurda. L’allora presidente della provincia di Napoli mi fece leggere gli articoli di Siani che avevano appena ucciso e citava certi nomi che mi risuonavano per la costruzione della mia scuola, poi andarono tutti sotto processo. Io in risposta chiamai la mia scuola Giancarlo Siani. Chiesi al comune di deliberare, mai fatto. Ci dovevano essere le elezioni, così decidemmo di far eleggere un sindaco intelligente, che capisse l’importanza di questa cosa. Organizzammo un incontro coi candidati, vinse Troiano e come primo atto chiamò la scuola Giancarlo Siani, era il 1993. (agg. di Dario D’Angelo)
Nora Rizzi: “Pure avere un figlio fu una battaglia”
Nora Rizzi, grintosa preside napoletana che ha sfidato anche la camorra, parla così a “Le Ragazze” su Rai Tre: “Il rapporto con mio padre? Come ogni bambina innamorata di lui, ma lo contestavo. Volevo molto bene a mia madre, ma era una totale diversità”. Poi spiega:”Incorporando tutto, soffrivo per le cose che non mi piacevano…ed ebbi una sorta di esaurimento nervoso. Iniziai ad insegnare ad una scuola di analfabeti, volevano me perché non riuscivano a trovare nessuno! Io pensavo a studiare e a lavorare perché sapevo che la mia autonomia economica era fondamentale per arrivare dove volevo io, per cui per aumentare facevo anche delle lezioni private”. Si parla poi del suo grande amore:”Io avevo sempre voluto una persona molto colta: Gino era l’extra. Se tu pensavi di stabilire con lui un rapporto coinvolgente eri una fallita. Lui era capace di venire a tavola con le mani sulle tempie e non rivolgerti una parola perché stava pensando. Per me è stata una battaglia anche avere un figlio”. (agg. di Dario D’Angelo)
Nora Rizzi, preside anticamorra
A Le Ragazze il racconto di Nora Rizzi, una donna che grazie al suo coraggio è nota a tutti come preside anticamorra. Nel corso dei suoi anni da dirigente di una scuola nel napoletano, ha infatti conosciuto e combattuto la camorra con determinazione, utilizzando le sole armi che aveva a sua disposizione: l’esempio e la cultura. Siamo a Parco Imperiale, una zona periferica tra Castellammare di Stabia e Gragnano. Nora Rizzi è la preside della quarta scuola media, un istituto che tra i suoi 275 alunni annovera molti ragazzi, le cui famiglie hanno legami con la camorra; ma proprio causa delle sue iniziative atte a contrastare l’avanzata della criminalità tra i più giovani, attrae ben presto su di sé l’attenzione di alcuni boss, che per molti anni hanno assediato la scuola con ritorsioni di tutti i tipi. Dopo l’omicidio del consigliere del Pds Sebastiano Corrado, in particolare, la Rizzi denuncia in tv la sopraffazione contro cui è costretta a lottare ogni giorno, oltre alla presenza di baby killer pronti sporcarsi le mani per poche lire. Ma per lei è solo l’inizio di un incubo, dal momento che i clan cominciano a tormentarla con ogni mezzo.
Nora Rizzi chi è? La lotta ai clan
“Preside, adesso basta, te la faremo pagare”. Sono queste le parole con le quali la criminalità organizzata, attraverso una telefonata anonima, ha annunciato a Nora Rizzi ripercussioni per la sua lotta alla camorra. Ventiquattro ore dopo, dei vandali danno fuoco alla scuola, appiccando le fiamme tra una serie di banchi ammucchiati nell’androne e nella presidenza. Ma la dirigente non si arrende e per contrastare l’avanzata della camorra, che in quegli anni ha seminato dietro di sé più di sessanta morti, organizza per i suoi ragazzi conferenze, seminari sull’avanzata della criminalità sui territori, proiezioni di film e visite all’istituto minorile di Nisidia. Tra i provvedimenti messi in atto da Nora Rizzo, anche una cassetta delle lettere, collocata nei locali della scuola per raccogliere, in forma anonima, le denunce dei ragazzi coinvolti in violenze o soprusi.
Nora Rizzi: “Il trasferimento sarebbe come darla vinta alla camorra”
Dall’inizio degli anni ’90, la scuola di Nora Rizzi ha subito atti vandalici di tutti i tipi. Da primo incendio del maggio 1990 ne sono seguiti altri due, oltre a cinque allagamenti, danni all’impianto elettrico e minacce di ogni genere. Dopo la denuncia presentata dalla preside e dal Provveditorato, si legge su Repubblica, sono state aperte due inchieste. Ma a dispetto delle continue minacce, Nora Rizzi ha continuato a portare avanti la sua battaglia all’illegalità, proponendo di dedicare la scuola alla memoria di Giancarlo Siani, il giornalista ucciso dalla camorra. Ed è proprio da quella stessa scuola che ha continuato a perseguire il suo obiettivo, rinunciando alla possibilità di trasferirsi verso una sede più sicura: “Proseguo per la mia strada, chiedere il trasferimento sarebbe come darla vinta alla camorra”, ha spiegato in quell’occasione la preside.