In Nord Corea Kim-Jong-un sta promuovendo nuovi programmi di riorganizzazione dei vertici di partito, e non solo. Secondo fonti internazionali sono in partenza numerose iniziative per promuovere nuove costruzioni e combattere la crisi alimentare. Il Times ha riportato la notizia secondo la quale tutta la Nord Corea starebbe facendo i conti con una crisi di povertà e mancanza di beni alimentari primari che minaccia la popolazione. Questo sarebbe dovuto in gran parte all’inasprimento delle sanzioni imposto sul larga scala dalle potenze internazionali, tanto da costringere Kim-Jong anche a razionare il cibo previsto per l’esercito da 680 grammi a 580 a testa.
Una mossa senza precedenti che conferma la crisi, secondo gli esperti forse la peggiore di questo secolo dal 1990. Il leader nordcoreano aveva comunque celebrato con una cerimonia in grande stile l’anniversario della nascita del padre, il precedente dittatore e leader supremo Kim-Jong-Il. Ed ora si appresta a riorganizzare l’esercito.
Nord Corea: grave crisi alimentare, milioni di morti a causa della fame
Le “misure straordinarie ed urgenti” annunciate da Kim-Jong-un sono state seguite dalla ferma volontà manifestata di rilanciare l’economia agricola, probabilmente dettata dall’emergenza rappresentata dalla scarsità di cibo a disposizione. Il Ministro sudcoreano per l’unificazione ha affermato che la situazione nel nord del paese è grave, ci sarebbero moltissime persone che stanno letteralmente morendo di fame, fonti occidentali parlano di un numero che potrebbe oscillare tra i 2,5 e i 3,5 milioni di morti causati da grave malnutrizione.
Il ministro Yong-se ha inoltre avanzato seri dubbi in merito ad una prossima successione al potere della figlia secondogenita di Kim-Jong, nonostante le pubbliche apparizioni durante parate e cerimonie ufficiali. La riorganizzazione di tutto il partito e dei vertici militari, con il sospetto che i più anziani siano stati condannati a morte, confermerebbe non solo una nuova riaffermazione del leader, ma anche un chiaro segnale di voler continuare a perseguire una politica di controllo totalitario e di propaganda.