Secondo missile balistico lanciato dalla Nord Corea nel giro di una settimana, in direzione Mar del Giappone. A preoccupare il mondo è il fatto che si tratterebbe di missili ipersonici, in grado cioè di raggiungere una velocità massima di circa Mach 10, cinque volte superiore a quella del suono. Si sta cercando di verificare se i due missili abbiano viaggiato a quella velocità per almeno 10/20 secondi per capire quale livello tecnologico abbia raggiunto Pyongyang. Tutto questo mentre all’ultimo congresso del Partito dei lavoratori, il partito unico che governa il paese, nonostante abbia affermato lui stesso che la Corea del Nord sta attraversando una grave crisi economica, il leader Kim Jong-un ha lanciato una nuova campagna di “importanti compiti strategici”: armi nucleari tattiche, un sottomarino a propulsione nucleare, satelliti da ricognizione. Secondo Carlo Jeanesperto di strategia, docente e opinionista da noi intervistato, “la novità assoluta in questa nuova campagna militare è sicuramente il sottomarino nucleare”. La Nord Corea, ci ha detto ancora Jean, “cerca di spaventare il mondo per far sì che vengano ridotte le sanzioni economiche che la stanno strangolando. Ma gli Stati Uniti non sono un paese che cede ai ricatti”.



Si discute molto se gli ultimi due missili lanciati da Pyongyang in questi giorni siano davvero ipersonici. Lei che idea si è fatto?

Quasi tutti i missili esistenti nella fase di rientro, eccetto quelli a fortissima gittata, superano la velocità del suono. Un missile intercontinentale arriva a terra, grosso modo, viaggiando a otto volte la velocità del suono. I missili orbitali, tipo quelli sperimentali lanciati dalla Cina la scorsa estate, arrivano a terra a circa cinque volte la velocità del suono. Quindi sono ipersonici.



Cosa si intende esattamente per missile ipersonico?

Quando si parla di ipersonico, si parla di un missile che non giunge ad altezze orbitali, ma rimane ad altezze basse e vola a forte velocità. Comunque non è che sia un fatto così straordinario l’essere in grado di produrli.

La Corea del Nord ne avrebbe quindi la capacità?

Verosimilmente sì, visto che hanno sviluppato missili con gittata quasi intercontinentale.

Kim Jong-un ha lanciato, nel corso dell’ultimo congresso del partito, un nuovo programma di sviluppo degli armamenti militari: è sempre una Nord Corea minacciosa?

Il sottomarino nucleare è la vera novità di questa campagna. Le armi nucleari tattiche in realtà no: avendo già sviluppato armi nucleari a lungo raggio, sicuramente i nordcoreani sono in grado di sviluppare anche armi a corto raggio.



Cioè?

Nelle armi nucleari tattiche la bomba nucleare è più o meno sempre uguale, mentre la gittata è inferiore, quindi può darsi che siano razzi o proiettili d’artiglieria.

Il sottomarino invece?

Non è molto costoso, ma il lavoro complesso riguarda la miniaturizzazione della bomba, cioè il minor peso della testata. Le testate nucleari sui missili possono raggiungere i 700/800 chili, mentre nelle armi nucleari tattiche il peso scende a 50/60 chili, come il proiettile da 155 della testata nucleare in dotazione alle forze Nato.

Questa nuova corsa agli armamenti, mentre è in corso nel paese una gravissima crisi economica, è motivata dal fatto che Pyongyang cerca di costringere gli Usa a tornare al dialogo per arrivare alla mitigazione delle sanzioni economiche?

Gli Stati Uniti non cedono ai ricatti. È più facile che i ricatti nei tempi passati fossero tentati nei confronti della Sud Corea, ma attualmente Seul ha stretto una forte alleanza con gli Usa, anche in funzione anti-cinese, di conseguenza la Sud Corea non è disposta a cedere nei confronti di quella del Nord più di tanto, anche se continuerà il piano di aiuti economici in atto.

Ma perché gli Usa hanno lasciato cadere ogni dialogo?

Perché avevano avuto l’impressione che i nordcoreani barassero al gioco, cercando di ottenere l’allentamento delle sanzioni senza cedere nulla sul disarmo o sul contenimento nucleare.

Potrebbe essere che questa nuova corsa agli armamenti sia voluta da Pechino per distrarre e tenere impegnati in quell’area gli Stati Uniti?

La Nord Corea è sempre dipendente da Pechino dal punto di vista economico. La Cina non può permettersi che il regime di Kim crolli, altrimenti si andrebbe verso una riunificazione con la Corea del Sud, che a sua volta prenderebbe il sopravvento. Di conseguenza Pechino si ritroverebbe un alleato degli Usa ai propri confini. La Corea del Nord è una zona cuscinetto che serve per tenere gli americani e i loro alleati lontani.

(Paolo Vites)

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