Senza aspettare l’ingresso della Svezia della NATO, in attesa della ratifica di Turchia e Ungheria, i Paesi del Nord Europa stanno rafforzando la propria difesa. Del resto, è qui la nuova frontiera di sicurezza dell’Alleanza Atlantica. Con l’adesione in primavera della Finlandia, viene condiviso un nuovo confine di 1.300 chilometri con la Russia. Aggiungendo il Mar Baltico, con i porti di Kaliningrad e San Pietroburgo due enclave strategiche, e l’accesso al Mar Glaciale Artico, importante per la flotta sottomarina russa, è evidente come il Nord Europa sia ora teatro di un potenziale confronto con la Russia. Dunque, non è più il “fianco dimenticato” della NATO.



In caso di escalation, la Finlandia sarebbe la prima a soffrire. Infatti, il Cremlino ha annunciato il dispiegamento di nuovi cannoni di artiglieria nel distretto militare settentrionale, di fronte a Finlandia e Norvegia. In realtà, ha anche usato i migranti come strumento di destabilizzazione, incoraggiandoli ad entrare in Finlandia, che dal canto suo ha chiuso il confine. La Russia si fa sentire come può, ma nel frattempo assiste all’estensione dell’influenza della NATO e degli Usa al suo confine. Infatti, in poche settimane Svezia, Finlandia e Danimarca hanno firmato accordi di cooperazione in materia di difesa con gli Stati Uniti, mentre la Norvegia aveva già firmato un accordo nel 2021. Stando a quanto ricostruito da Le Figaro, gli accordi, simili tra loro, prevedono l’accesso delle forze Usa alle strutture militari dei Paesi, risolvendo al contempo questioni legali e dettagli amministrativi.



IL RIASSETTO GEOPOLITICO DELLA NATO IN NORD EUROPA

Le basi in cui l’esercito americano potrà dispiegare o immagazzinare attrezzature sono 3 in Danimarca, 4 in Norvegia, 17 in Svezia e 15 in Finlandia. Inoltre, i Paesi del Nord Europa hanno aperto l’accesso a una serie di siti strategici, tra cui le basi di Rovaniemi e Ivalo in Lapponia, e Kiruna, Boden, Vidsel e Lulea-Kallax nella Svezia settentrionale. Inoltre, lo spazio aereo nella Norvegia settentrionale è chiuso agli aerei norvegesi, una restrizione che venne concordata durante la Guerra Fredda per non provocare la Russia. In una fase in cui le risorse Usa sono divise tra il rafforzamento del fianco orientale dell’Europa e l’aumento delle tensioni in Asia e nel resto del mondo, gli americani hanno scelto un approccio flessibile per i Paesi del Nord Europa: invece di pre-posizionare le forze, stanno organizzando i mezzi per un rapido dispiegamento.



A metà dicembre, gli Stati Uniti hanno firmato delle roadmap bilaterali con l’Unione europea per definire le aree di cooperazione fino al 2028. Quindi, con la NATO stanno sostenendo il riassetto geopolitico dell’Europa settentrionale. L’anno prossimo sarà pubblicata una nuova strategia per il Grande Nord per aggiornare quella del 2019. Dovrà colmare le lacune di sicurezza di fronte alle minacce di Russia e Cina. Ma anche a sud cresce la richiesta di una presenza americana. In Polonia, ad esempio, sono stanziati permanentemente 10mila soldati americani. A metà dicembre gli Stati Uniti hanno annunciato che la base di difesa missilistica di Redzikowo era operativa.