Dopo aver cercato per mesi i responsabili del sabotaggio del Nord Stream, la Germania era vicina all’arresto di Volodymir Zhuravolov, colui che ha guidato la squadra che ha fatto esplodere il gasdotto russo nel mar Baltico. Eppure, il sabotatore 44enne è riuscito a evitare l’arresto, ma non ce l’ha fatta da solo: è stato aiutato sia dalla Polonia sia dall’Ucraina, stando a quanto rivelato dall’inchiesta congiunta della tv pubblica tedesca Zdf, della radio statale danese Dr e del giornale tedesco Der Spiegel.



L’arresto sarebbe servito a chiarire tutti gli aspetti relativi all’esplosione. Poteva esserci il 26 maggio 2024, quando Zhuravolov, identificato come il leader della squadra di sabotaggio e diventato uno degli uomini più ricercati d’Europa, è arrivato in Germania tramite il porto di Rostock. Eppure, la Germania aveva spiccato un mandato di arresto, quindi le forze di sicurezza tedesche avrebbero dovuto arrestarlo.



Le telecamere di un autovelox lo rintracciarono sull’autostrada che da Berlino porta a Copenaghen: viaggiava indisturbato per raggiungere alcuni parenti, stando a quanto ricostruito dai giornalisti. Qualcuno poi l’ha avvisato che rischiava di essere arrestato, non è chiaro chi, neppure i report sono riusciti a capirlo.

NORD STREAM, I RETROSCENA SULLA FUGA DEL SABOTATORE ZHURAVOLOV

In base a quanto ricostruito dall’inchiesta giornalistica, Zhuravolov si sarebbe nascosto fino al 6 luglio in Polonia, poi sarebbe tornato in Ucraina tramite il confine a Korczowa, a bordo di un’auto con targa diplomatica: era un veicolo di servizio dell’ambasciata ucraina a Varsavia.



Quando la Germania ha trasmesso il mandato di arresto, la Polonia non ha prontamente notificato il documento. Peraltro, Varsavia, che ha sempre attribuito ai russi la responsabilità dell’esplosione del gasdotto Nord Stream, non ha mai dato credito ai risultati delle indagini tedesche. I reporter riferiscono che a porte chiuse in Polonia ritengono «un atto eroico» l’attacco, del resto è sempre stata contraria alla realizzazione dell’opera.

Ma Zhuravolov aveva altri obiettivi: voleva colpire anche il gasdotto Turk Stream. Infine, i giornalisti sono riusciti a rintracciare la moglie del capo sabotatore, la quale ha dribblato le domande rispondendo: «Chiedete al governo di Kiev».