Ci sono altri indizi riguardo la pista ucraina dietro il sabotaggio del gasdotto Nord Stream. Lo rivela Der Spiegel, spiegando che le indagini sugli attacchi esplosivi nel Mar Baltico stanno fornendo sempre più elementi dell’esistenza di una “regia” ucraina. Rispetto alle indiscrezioni finora emerse in merito all’inchiesta che conduce la Germania, ora si parla anche dei metadati di una e-mail inviata quando è stata noleggiata la barca a vela “Andromeda“, presumibilmente usata per il trasporto degli esplosivi con cui è stato distrutto il gasdotto. Ebbene, questi metadati portano all’Ucraina.



Inoltre, nella cabina della nave c’era materiale esplosivo subacqueo le cui tracce sono state trovate su una vasta area della cabina. Si tratterebbe di octogene, un esplosivo ampiamente usato sia in Occidente che nell’ex blocco orientale. Le tracce trovate dall’Ufficio Federale della Polizia Criminale coincidono con gli elementi raccolti da diversi servizi di intelligence, secondo cui gli autori del sabotaggio sarebbero da localizzare in Ucraina.



DISTRUZIONE NORD STREAM: GOVERNO UCRAINO COINVOLTO?

Quel che ci si sta chiedendo in riferimento all’attacco al Nord Stream è se sia stato compiuto da un commando incontrollato o dai servizi segreti ucraini, e in che misura parti dell’apparato governativo ucraino possano essere state coinvolte nelle esplosioni avvenute alla fine di settembre. Ci sono altri indizi che puntano all’Ucraina. Come il proprietario ucraino di una società polacca apparentemente coinvolta nel noleggio della nave. Inoltre, c’è una foto su documenti presumibilmente falsificati che porta ad un profilo ucraino sui social media. Stando a quanto riportato da Der Spiegel nella sua nuova edizione, persone che hanno familiarità con la questione hanno recentemente espresso dubbi interni sul fatto che questa prova possa essere considerata una pista calda. La Procura federale non ha voluto commentare, facendo riferimento alle indagini in corso dell’anticrimine federale tedesco.

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