Importante svolta nelle indagini tedesche sul sabotaggio del gasdotto Nord Stream. C’è un indagato in Germania, un soldato ucraino incastrato dal Dna trovato sullo yacht “Andromeda” insieme alle tracce di esplosivo. Si tratta di un membro dell’equipaggio che avrebbe usato un falso passaporto rumeno per identificarsi in Germania. Secondo alcuni media tedeschi, gli inquirenti avrebbero perquisito a fine maggio l’appartamento dell’ex compagna e avrebbero prelevato prove di Dna del figlio per confrontarle con quelle individuate sulla nave. La donna avrebbe consegnato il cellulare e starebbe collaborando con la procura. Quella barca, noleggiata da un’azienda polacca intestata ad una 55enne di Kiev, è al centro delle indagini sul clamoroso sabotaggio che ha distrutto il gasdotto Nord Stream.
L’inchiesta tedesca ha appurato che la barca partì dall’isola tedesca di Ruegen, a pochi chilometri dalla frontiera polacca. Un portuale si sarebbe insospettito, quindi provò a rivolgersi all’equipaggio, prima in tedesco e poi in inglese, ma invano. Prima che lo yacht partisse, un membro dell’equipaggio si avvicinò al portuale per allungargli soldi in contanti per l’ormeggio. Qualche ora dopo fu registrata una scossa di terremoto dai sismografi danesi: l’epicentro era in fondo al mare. Era l’esplosione del gasdotto. Due degli uomini a bordo dell’Andromeda erano sommozzatori che usavano passaporti falsi e tra di loro parlavano in ceco e polacco. Forse avevano fatto tappa a Ruegen, perché porto privo di telecamere di sorveglianza, per caricare sulla barca l’esplosivo per l’attentato.
NORD STREAM, LE TRACCE CHE PORTANO ALL’UCRAINA
I giornali tedeschi sostengono che la procura starebbe cercando conferme di una traccia che legherebbe l’esplosione del gasdotto Nord Stream alle istituzioni dell’Ucraina. Nei mesi scorsi, anche fonti dell’intelligence Usa avevano parlato di un commando ucraino che avrebbe però agito all’insaputa di Kiev. Non è escluso che possa essere una “false flag”, cioè di prove piazzate intenzionalmente per incriminare gli ucraini. Così come non si può escludere che qualcuno si sia impossessato dell’identità del soldato ucraino. Nei mesi scorsi erano emersi pure dubbi sulla capacità dell’Andromeda di piazzare 500 chili di esplosivo a 70 metri di profondità con così pochi uomini. Quindi, potrebbero esserci altre imbarcazioni coinvolte nel sabotaggio. Comunque, c’è chi ridimensiona le speranza di un chiarimento celere del sabotaggio di Nord Stream. Si tratta di Bruno Kahl, capo dei servizi segreti interni tedeschi Bnd: “Nessun Paese del mondo, nessun servizio segreto del mondo è attualmente in grado di capire in concreto a chi attribuirlo“, ha dichiarato la settimana scorsa.