Un audio inedito rivela il piano del ministro Carlo Nordio per la riforma della giustizia. Ne parla il Foglio, che lo ha ricevuto in esclusiva. Il file contiene dichiarazioni importanti rese ad un evento organizzato da alcuni studenti della Lse a Londra. Non ci sono solo elementi di teoria nei 12 minuti audio inediti, ma parole che riguardano qualcosa di concreto. In particolare, ce n’è una destinata a far discutere dentro e fuori il governo. Infatti, al centro del pensiero del Guardasigilli c’è una novità sorprendente che l’esecutivo potrebbe mettere in campo alla fine di aprile, sfidando le pulsioni securitarie della destra giustizialista che ci sono all’interno della maggioranza guidata da Giorgia Meloni. Il tema riguarda le carceri.
Secondo Carlo Nordio è arrivato il momento di «limitare la carcerazione preventiva» e, nello specifico, di «limitare al massimo le possibilità che una persona venga incarcerata prima di essere processata e condannata». Inoltre, il governo è pronto a trovare una soluzione per evitare «per limitare la possibilità che una persona venga incarcerata prima del processo, salvo casi di flagranza». Il ministro della Giustizia anticipa, quindi, che il governo interverrà sulle attuali norme per regolare la carcerazione preventiva. «La presunzione di innocenza si affievolisce quando il reato diventa flagrante, ma quando il reato non è in flagranza la limitazione della presunzione di innocenza va limitata al massimo».
RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, IL PIANO GARANTISTA DI NORDIO
«Noi, in Italia, abbiamo sempre avuto una visione carcerocentrica della sanzione penale, cioè abbiamo sempre ragionato sul tema con in testa le manette e le sbarre», ha proseguito il ministro Carlo Nordio. Come evidenziato dal Foglio, entrato in possesso dell’audio inedito, bisogna ammettere, secondo il Guardasigilli, che «i detenuti non sono tutti uguali, così come i reati non sono tutti uguali. Esistono, ovviamente, alcuni reati estremamente gravi per cui le sanzioni sono fondamentali», invece per altri reati, come quelli legati alla tossicodipendenza, bisogna differenziare riguardo la permanenza in carcere. Ma il ragionamento del ministro non si sofferma solo sulle pene alternative, punta invece a trasformare il nostro ordinamento.
Anche se nell’audio non ci sono dettagli sulla riforma della giustizia che verrà presentata, l’idea di base è che con la riforma che ha in mente Nordio, avvallata anche da Giorgia Meloni, a scegliere se dare il via libera alle richieste di arresto formulate dai pm non sarà più solo un giudice, ma «un pool di sei giudici che dovranno essere in maggioranza per validare una carcerazione preventiva». Nell’audio Nordio aggiunge che in Italia per anni «è stato tanto facile entrare in prigione prima di un processo», così come è stato facile «uscire dopo quando si è colpevoli conclamati». Quindi, bisogna concentrarsi «sull’esecuzione della pena, cruciale, ma di non calpestare più la presunzione di innocenza durante le indagini».