La riforma penale dell’ex ministro della Giustizia Marta Cartabia sarà modificata. L’attuale guardasigilli Carlo Nordio ha deciso di intervenire contro la regola che prevede non si possa procedere all’arresto senza la querela di parte, anche per i reati di mafia. L’iniziativa è stata annunciata addirittura con comunicato. Si inizia con decreto, quindi subito, per rimediare ai problemi emersi con le querele diventate obbligatorie per una ventina di reati punibili con due anni, tra cui alcuni commessi anche dalla criminalità organizzata. Ci sarà poi un secondo intervento, che seguirà una via ordinaria, tramite disegno di legge, quindi senza incidere sui finanziamenti del Pnrr.



Forte la pressione di Fratelli d’Italia e della Lega, in particolare di Andrea Del Mastro Delle Vedove, sottosegretario alla Giustizia, e Giulia Bongiorno, responsabile Giustizia della Lega. Lo rivela Repubblica, riportando il “raffreddamento” di Forza Italia. Invece M5s e Pd sollecitavano a intervenire per evitare di far saltare i processi di mafia. Il ministero parla di «interventi urgenti, anche di carattere normativo, che la recentissima segnalazione di talune criticità sembra rendere senz’altro opportuni». Anche se non confermato ufficialmente, si parla di un decreto legge autonomo o di norme da inserire in un decreto compatibile.



RIFORMA CARTABIA, NORDIO INTERVIENE CON DUE MODIFICHE

Ma il ministro Nordio parla anche di «valutazioni necessarie in corso» per rivedere alcune scelte di «rendere procedibili a querela reati contro il patrimonio in contesti mafiosi e altre ipotesi di reato che, per il contesto in cui maturano, rendono indispensabili provvedimenti cautelari di urgenza». Il comunicato della Giustizia fa riferimento anche ad «altre ipotesi di reato che, per il contesto in cui maturano, rendono indispensabili provvedimenti cautelari di urgenza». Quindi, potrebbero rientrare i reati della lista Cartabia se dovessero venire commessi «in un contesto particolare». Nel decreto, comunque, si affronterà anche la questione relativa alla possibilità di procedere al fermo, con querela che potrà arrivare 48 ore dopo per consentire la custodia cautelare.



Come evidenziato da Repubblica, è stato il giurista della Statale di Milano Gian Luigi Gatta, ex consigliere dell’ex ministra Cartabia, a consigliare le due strade. In primis, l’eliminazione dell’obbligo di querela, poi arriveranno altri correttivi con un disegno di legge «per rendere più scorrevole l’applicazione di norme processuali, ad esempio in materia di presentazione dell’appello, sgombrandole da qualsiasi dubbio interpretativo». Le modifiche ci saranno, ma non dovranno ostacolare i fondi del Pnrr, visto che «le riforme processuali sono state oggetto di esame da parte della Commissione europea, e ritenute, allo stato, idonee a garantire all’Italia le risorse indispensabili per la ripartenza, con la conseguenza che ogni loro modifica non potrà non tenere conto di tale determinante percorso».