Carlo Nordio, ministro della Giustizia, è intervenuto sul caso Ilaria Salis in un’intervista sulle pagine del Corriere della Sera, parlando delle ragioni dietro all’apparente inattività del governo italiano. Solamente due giorni fa, infatti, il padre dell’attivista, Roberto, ha accusato il governo di non star facendo abbastanza. “Siamo stati lasciati soli”, accusa, “lo Stato italiano non intende fare nulla”, citando per esempio il mancato rilascio di alcuni documenti “che aveva chiesto per agevolare i nostri avvocati”.
Secondo Carlo Nordio, però, sul caso Ilaria Salis “lo Stato ha fatto il possibile, anche di più”, ricordando che come l’attivista milanese ci sono “oltre 2.000 cittadini in carceri stranieri“. Il padre di Ilaria, d’altronde, “l’ho incontrato due volte e ci siamo mossi con doverosa sollecitudine, appena ci è stato prospettato il problema”. Vi sarebbe, tuttavia, nell’azione del governo e dello Stato “un limite invalicabile” rappresentato “dalla sovranità della giurisdizione straniera“. Nordio, inoltre, ha sottolineato di non aver firmato la garanzia di detenzione domiciliare per Ilaria Salis a causa della richiesta ungherese “di descrivere le garanzie offerte dallo Stato italiano in caso di applicazione degli arresti domiciliari”, una richiesta, spiega il ministro, “irricevibile”.
Nordio: “Ilaria Salis doveva chiedere subito i domiciliari in Ungheria”
Sempre sul caso di Ilaria Salis, inoltre, Nordio precisa che sarebbe impossibile ospitarla nell’ambasciata italiana perché “è territorio italiano, ma non ha né la struttura, né la legittimazione a sostituirsi a un domicilio privato come luogo di detenzione”. Inoltre, “se un detenuto si allontanasse, commetterebbe il reato di evasione punito dalla legge italiana, ma sarebbe arrestato in Ungheria, che dovrebbe riconsegnarlo a noi. Avremmo”, conclude, “un insolubile conflitto di attribuzioni, mai verificato”.
Carlo Nordio, inoltre, in merito alla vicenda di Ilaria Salis ci tiene anche a sottolineare che averebbe dovuto “presentare subito la richiesta” di scontare i domiciliari su territorio ungherese. “Era l’unico mezzo”, spiega, “per poter poi chiedere i domiciliari in Italia. Per gli accordi europei occorre il doppio passaggio, requisito non richiesto in India per i marò“, specifica mettendo a tacere le critiche di chi dice che per i due militari, a differenza di Ilaria Salis, vennero smossi mari e monti. “Chiedere direttamente i domiciliari in Italia“, sottolinea Nordio, “non poteva sortire effetto”.