IL QUESTION TIME DEL MINISTRO NORDIO “CHIUDE” IL CASO SUL CONCORSO ESTERNO

Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha risposto questo pomeriggio al Question Time alla Camera dei Deputati in merito alle polemiche emerse negli scorsi giorni sul concorso esterno in associazione mafiosa: dopo che già la Premier Giorgia Meloni, assieme al Guardasigilli, avevano sottolineato la non priorità di una rimodulazione del reato “associativo”, ora è davanti al Parlamento che Nordio conferma la non presenza del tema nel programma di Governo.



«Comprenderete il mio sconcerto e il mio sdegno quando qualcuno mi ha definito favoreggiatore della delinquenza mafiosa», sottolinea il Ministro della Giustizia dopo che negli scorsi giorni aveva sostenuto di credere fermamente alla necessità nel futuro di rivedere/rimodulare il concetto di “concorso esterno in associazione mafiosa”. Al “Corriere della Sera” la scorsa settimana Nordio aveva aggiunto che la commissione per la riforma del codice penale – dal Ministro presieduta – «ha concluso che il concorso esterno andava tipicizzato con una norma ad hoc, perché non esiste come fattispecie autonoma nel codice, ma è il frutto di una interpretazione giurisprudenziale che coniuga l’art 110, sul concorso, con il 416 sull’associazione». Oggi nel Question Time, dopo le polemiche che avevano portato Meloni ad esporsi in prima persona, Nordio rileva «Nel programma di riforme annunciato da questo governo non vi è traccia, né avrebbe potuto esserci, di modifiche della disciplina del concorso esterno in associazione mafiosa. Non fa parte del programma governativo: non c’è, non esiste e non sarà fatto».



“PROBLEMA DEL CONCORSO ESTERNO NASCE CON L’INCERTEZZA APPLICATIVA”: COSA HA DETTO NORDIO ALLA CAMERA

Lo stesso Ministro Nordio non cancella però le perplessità personali che permangono in merito all’applicazione del reato associativo sul concorso in mafia: «il problema è sorto a causa dell’incertezza applicativa del concorso esterno, tanto che la Cassazione a suo tempo ha cambiato indirizzo. Le voci per introdurre una norma tipica sono quasi universali nel mondo universitario e forense». Nordio ribadisce anche alla Camera che la sua interpretazione non è volta a “depenalizzare” e compiere “favori” alle associazioni mafiose, ma tutto l’opposto: «La mia interpretazione è anche più severa di quella dei miei critici: perché anche chi non è organico alla mafia, se comunque ne agevola il compito, è mafioso a tutti gli effetti, tanto è che quando ho diretto l’inchiesta sulle Brigate Rosse venete, negli anni ’80, abbiamo sempre contestato il reato associativo anche a chi si prestava a semplici contatti, dal soccorso medico al volantinaggio e li abbiamo tutti fatti condannare come appartenenti alla banda armata».



È ancora nel Question Time che il Guardasigilli sottolinea come sia vero che per il concorso esterno «esiste una giurisprudenza abbastanza consolidata, ma come ben sapete nel nostro ordinamento non esiste il principio dello “stare decisis”, e la stessa Cassazione, ha, come ho detto, talvolta cambiato indirizzo. L’ultima prova di quanto sto dicendo è recentissima: la Corte ha ridefinito il concetto di criminalità organizzata in senso assai restrittivo, con il rischio di compromettere molti processi in corso per reati gravissimi». Nel CdM riunitosi martedì 18 luglio, di concerto con la Presidente Meloni, Nordio ha annunciato «un decreto legge proprio per definire, con i doverosi criteri di tassatività e specificità, i reati di criminalità organizzata». In questo senso, le considerazioni sulla necessità di una norma ad hoc sul concorso esterno miravano «a eliminare incertezze future, costruendo uno strumento anche più efficace di quello attuale nella repressione delle associazioni criminose e di chi, in un modo nell’altro, vi fa parte». In chiusura del breve intervento alla Camera, il Ministro della Giustizia conferma di non esservi alcun «affievolimento nel contrasto alla criminalità organizzata», né potrebbe essere altrimenti «principalmente da parte di un ministro che vi ha dedicato, la parte più importante della propria funzione di magistrato. Ed è con questo sentimento di commossa rievocazione del collega Paolo (Borsellino, di cui oggi ricorre la tragica Strage di Via d’Amelio, ndr), e delle altre vittime della violenza stragista, che auspico che questa polemica sterile oggi si chiuda». Nel frattempo sempre oggi il Quirinale con il Ministro della Repubblica Sergio Mattarella ha autorizzato l’invio della riforma della giustizia (Ddl Nordio) alle Camere per le prossime settimane.