Carlo Nordio, neo Ministro della Giustizia, nel corso di una intervista al Messaggero, ha parlato dei cambiamenti da attuare nel sistema: “Io voglio cominciare dai costi della giustizia”, ha affermato. La questione, infatti, è secondo l’esponente di Fratelli d’Italia strettamente collegato al problema della crisi economica. “Le aziende straniere non investono in Italia perché sono spaventate dalle lungaggini della giustizia e chi vuole investire viene rallentato dalle lungaggini degli amministratori pubblici”.



L’obiettivo primario, per questi motivi, è quello di velocizzare le procedure giudiziarie. “Dobbiamo partire dalla piena applicazione del codice di procedura penale introdotto da Giuliano Vassalli nel 1989. In Italia pm e gip si sentono quasi obbligati a portare avanti i procedimenti fino al rinvio a giudizio o all’archiviazione. Introducendo il potere per il pm di filtrare a monte i casi di cui viene investito e di non procedere per quelli che ritiene insussistenti, ci sarebbe un gran carico di lavoro in meno”, ha sottolineato. Ciò però non è sufficiente.



Nordio: “Libertà personale merita più garanzie”. Il tema della custodia cautelare

Carlo Nordio ritiene che i provvedimenti da attuare siano molti di più. “L’inappellabilità delle sentenze di assoluzione è tra questi. Come si può condannare in appello qualcuno che è stato già assolto in primo grado, se le carte sono le stesse? Si formano due punti di vista giudiziari opposti sugli stessi atti processuali. Discorso diverso è quello del processo di appello basato su fatti nuovi, che nel primo processo non erano emersi”, ha evidenziato al Messaggero.

È caldo, in merito al tema degli errori giudiziari, anche il capitolo relativo alla custodia cautelare. “Il diritto alla libertà personale merita una garanzia in più. Credo che la richiesta di arresto formulata da un pm dovrebbe essere vagliata da un collegio di giudici, meglio se di città diverse da quelle del pm, anche per evitare ogni tipo di contiguità”, ha concluso.n