LE PAROLE DEL MINISTRO NORDIO “RIAPRONO” IL CASO PALAMARA DOPO LE INDAGINI DI CSM E MAGISTRATI: “INTERCETTAZIONI NASCOSTE E…”

Non sono rimaste nel “dimenticatoio” le dichiarazioni del Ministro della Giustizia Carlo Nordio in merito al “caso Palamara”, tanto che addirittura il Procuratore di Perugia Raffaele Cantone si è preso la briga di replica e smentire il proprio stesso Guardasigilli. Dal potere delle correnti sulle nomine nelle Procure, ai controlli del CSM a “corrente alternata” in base ai protagonisti magistrati (e alle rispettive inchieste che lambivano la politica), il “sistema” denunciato dall’ex n.1 Anm Luca Palamara (dopo essere stato a sua volta indagato) ha scosso per anni i vertici della giustizia italiana, con risultati però tutt’altro che ingenti sotto il profilo delle condanne.



È per questo che la frase pronunciata dal Ministro Nordio nell’intervista del 13 agosto scorso al “Corriere della Sera” ha di fatto “detonato” i rapporti già di per sé delicati tra politica e magistratura: «sul caso Palamara esistono intercettazioni che sono state tenute riservate mentre altre sono state lasciate filtrare». Già dopo pochi mesi in Via Arenula l’ex magistrato veneto aveva denunciato le «porcherie» emerse nelle intercettazioni dell’inchiesta Palamara: «non tutte le intercettazioni del trojan di Palamara sono state pubblicate, ma selezionate, pilotate, diffuse secondo gli interessi di chi le diffondeva e non sono state ancora tutte rese pubbliche o ascoltate dai difensori o individuate nella forma della perizia», spiegava a “Porta a Porta” il Ministro della Giustizia del Governo Meloni.



Oggi Nordio rincara la dose e torna su quell’inchiesta facendo ben intendere che non si può definire del tutto conclusa: «il sistema Palamara non è mai stato rivelato in tutta la sua complessità ed estensione». La conseguenza politica di questo – lo aggiungiamo noi, non detto da Nordio – è che i vari esponenti delle correnti coinvolte nell’inchiesta di e su Palamara sono rimasti tutti al loro posto in quanto le condanne sono state “rare”, forse anche alla “sparizione” di varie intercettazioni. Si tratta, come si può ben intuire, di un’accusa molto grave quella gettata dal Ministro Nordio sulla gestione della magistratura in capo del Csm: «sia il Csm che la magistratura non hanno ascoltato le decine di testimoni, magistrati in pensione o ancora in servizio, che Palamara aveva indicato. Su questi esistono intercettazioni che sono state tenute riservate», ha concluso il Ministro intervistato dal “Corriere”.



CANTONE REPLICA A NORDIO MA MOLTO (ANCORA) NON TORNA DOPO LA DENUNCIA DEL “SISTEMA” RIVELATO DA PALAMARA

E così davanti alla denuncia, reiterata in questi anni, del Ministro Carlo Nordio a questo punto non era più possibile che rimanesse “inascoltata”: all’ANSA e al “Fatto Quotidiano” interviene oggi il procuratore di Perugia Raffaele Cantone, responsabile come Procura dell’inchiesta Palamara sul potere delle correnti più “progressiste” all’interno di Anm e Csm. «La Procura di Perugia ha svolto indagini su vicende specifiche e non su un presunto ‘sistema Palamara’ che è, fra l’altro, una denominazione certamente efficace, utilizzata però dai mass media», spiega in risposta a Nordio il magistrato ex ANAC.

Sui fatti dell’inchiesta Palamara, ha poi proseguito Cantone, le indagini del suo Ufficio si sono tutte concluse e non risulta vi siano altri testimoni da sentire: «Non so se, però, il ministro Nordio si riferisse alle indagini della Procura di Perugia o ad altre indagini penali o disciplinari», sottolinea il procuratore lasciando così aperto lo spiraglio di una “interpretazione” alle parole del Ministro. In merito però alle intercettazioni che sarebbero state tenute in parte nascoste, qui Cantone va giù piuttosto duramente: «mi rifiuto categoricamente di credere che il Ministro abbia potuto riferire una circostanza di tal genere». Da magistrato stimato e conoscitore della materia, secondo Raffale Cantone è impossibile che Nordio ritenga vi siano intercettazioni celate, in quanto se così fosse è d’obbligo per lui «presentare una denuncia all’Autorità giudiziaria, attivando i poteri che l’ordinamento giudiziario gli attribuisce». Per il procuratore di Perugia al momento non vi sono «intercettazioni occultate; gli accertamenti svolti da parte del mio ufficio lo hanno escluso categoricamente»: certo, ammette Cantone, se Nordio o chi per esso abbia prove di questo gravissimo illecito in fase di indagini, allora in quel caso «sono pronto a ricredermi e a svolgere indagini se dovessimo essere noi officiati ad occuparcene». Il caso Palamara, a questo punto, potrebbe essere tutt’altro che concluso.