Ospite della trasmissione Radio “Ping Pong”, il ministro Carlo Nordio affronta vari temi: da Israele fino alla riforma della giustizia. Partendo dalla guerra in Medioriente, il politico afferma: “Israele ha non solo il diritto di esistere, cosa quasi banale da affermare, ma il diritto di difendersi. E quando l’aggressione viene portata avanti in un modo così anomalo come quello terroristico, dove poi i terroristi si rifugiano in uno stato limitrofo peraltro in territorio limitrofo, è chiaro che il diritto di autodifesa comprende il diritto di inseguimento e quindi il diritto di andare a scovare questi terroristi dove stanno per evitare che si verifichino casi analoghi. Non c’è dubbio che noi dobbiamo essere molto fermi nel distinguere tra l’aggressore e l’aggredito e nell’evitare qualsiasi forma non solo di sostegno o di simpatia ma anche di equidistanza nei confronti tra l’aggressore e l’aggredito tra Israele e Hamas“.
Riguardo il protocollo firmato tra Italia e Albania per l’accoglienza dei migranti in due centri in Albania sotto giurisdizione italiana, Nordio spiega: “Queste persone non vengono sottratte alla giurisdizione italiana, viene preliminarmente emessa un’ordinanza di un magistrato, si tratta soltanto di una collocazione territoriale che è resa necessaria da questa massa improvvisa, massiccia e probabilmente anche duratura, forse anche in aumento, di persone che premono ai confini del Mediterraneo. Se noi teniamo presente che secondo le informazioni vi sono più di un milione, forse due, forse tre persone che ambiscono ad attraversare il mare per arrivare nelle nostre coste, qualcuno dovrà pur dire dove li dobbiamo mettere, al di là delle anime belle che predicano un’accoglienza indiscriminata. Una delle soluzioni dovrebbe essere quella della distribuzione territoriale nell’ambito dell’Unione Europea”.
Nordio: “Nuove carceri? Riadatteremo vecchie caserme”
Un pacchetto di riforme penali è già pronto e sarà portato nei prossimi Consigli dei ministri. Quello di cui però non si parla, secondo Nordio, “è il grande lavoro che stiamo facendo sulla giustizia civile. Vorrei ricordare che quest’anno c’è stata per la prima volta nella storia una riduzione dell’arretrato del contenzioso civile abbastanza consistente, anzi direi molto consistente, e le cose stanno andando avanti bene”. Per il ministro, i rallentamenti non sono dovuti alla mancanza di coesione tra le forze della maggioranza: “Da un lato il Parlamento è intasato di provvedimenti e dall’altro ci sono, mi lasci dire, anche delle procedure estremamente bizantine ed estremamente vetuste per quanto riguarda l’approvazione di un disegno di legge. Procedimenti in commissione che prevedono delle audizioni, che prevedono delle cose che per chi come me, per digiuno di politica, sembrano quasi metafisiche. Una volta che il governo ha approvato un disegno di legge, sarebbe bene che la commissione, con una rapida, dialettica, anche accesa discussione, però decidesse presto”.
Infine, un commento sui temi come la separazione delle carriere: “Le attese dell’elettorato di centrodestra non verranno deluse. Si tratta di riforme estremamente complesse che non possono essere risolte in poco tempo”. Parlando invece delle nuove carceri, il ministro della Giustizia spiega: “Stiamo facendo di tutto per riadattare gli stabilimenti che sono obsoleti. Per quanto poi riguarda le nuove, non mi sembra che sia un blocco, mi pare che sia un’iniziativa innovativa perché la costruzione di un carcere nuovo comporta tempi e costi che sono incompatibili con l’urgenza che di fronte alla quale ci troviamo, mentre le caserme dismesse offrono tutte le opportunità del controllo che ha un carcere, quindi le mura, le garitte ecc. e in poco tempo e con poche risorse potrebbero essere adattate a una situazione carceraria per detenuti di scarsa pericolosità”.