IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA NORDIO DIFENDE LA NORMA SU PIROMANI E INTERCETTAZIONI MAFIA
Né garantista né giustizialista, il Ministro della Giustizia Carlo Nordio intende garantire la certezza del diritto e della pena, guardando alla «complessità della realtà»: lo spiega il Guardasigilli nella lunga intervista a “La Stampa” a corredo del doppio Decreto “omnibus” Asset e Giustizia dove sono emerse nuove norme sul fronte mafia e incendi. Viene chiesto infatti a Nordio se non si ritrova a disagio, da magistrato liberale quale è sempre stato, con provvedimenti che incrementano pene e aggiungono norme.
«Non sono affatto a disagio per l’inasprimento delle pene contro dei criminali: rappresenta l’attenzione dello Stato per la repressione di gravissimi fenomeni e la tutela di chi li subisce. Anche il governo Draghi era intervenuto; noi abbiamo aggiunto un’aggravante per punire chi si procura un vantaggio, mandando in fumo aree del nostro meraviglioso Paese»: per il Ministro Nordio il tema è semplice, «non esistono i panni del garantista o del giustizialista ma la complessità della realtà». Il garantismo in quanto tale si può incarnare in una duplice coniugazione, entrambe presenti nei provvedimenti approvati in questo primo anno di Governo sul fronte giustizia: «il garantismo ha una duplice coniugazione: l’enfatizzazione della presunzione di innocenza e la certezza del diritto e della pena. In questo decreto, si valorizza il secondo aspetto; nel disegno di legge di giugno, il primo». Entrando nei contenuti specifici del Decreto omnibus Giustizia appena approvato in CdM, dove si estendono le intercettazioni per reati aggravati dal metodo madioso, Nordio sottolinea come sia «un intervento che assicura ed estende la possibilità di adottare incisivi strumenti di indagine, come le intercettazioni ambientali, per reati aggravati dal metodo mafioso, dalla finalità di terrorismo o per il sequestro per estorsione. È una norma specifica, di tipicizzazione per allontanare il rischio di compromettere molti processi».
NORDIO: “ECCO COME CAMBIANO ABUSO D’UFFICIO E SEPARAZIONE CARRIERE MAGISTRATI”
Nordio non nasconde che i tempi per una riforma della giustizia a tutto tondo non saranno certo brevi: pur confermando la non discussione in programma sul concorso esterno mafioso, il Ministro della Giustizia sul suo “cavallo di battaglia” – ovvero la separazione delle carriere dei magistrati – rileva «è nel programma ma richiede un intervento costituzionale e quindi tempi più lunghi. Ora, le priorità sono l’efficienza agli uffici giudiziari e gli impegni con l’Europa». Per il momento rimandati i discorsi sulla rimodulazione del concorso esterno e la cancellazione dell’obbligatorietà dell’azione penale: «sono tutti i temi da affrontar con razionalità, non a colpi di slogan ma poiché si tratta di capitoli non ancora aperti, posso solo dire che non ci sarà mai alcun controllo politico. La magistratura, però, non deve essere indipendente solo dalla politica, ma anche dalle degenerazioni correntizie».
In merito all’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, è ancora il Ministro della Giustizia eletto con FdI conferma l’impianto della riforma approvata negli scorsi mesi: «l’Europa non ci chiede di mantenere il reato com’è, ma di assicurare un’efficace lotta alla corruzione. Ho già illustrato in due occasioni al commissario Reynders il nostro arsenale preventivo e repressivo, tra i più forniti d’Europa. I numeri ci dicono che a fronte di 5.000 fascicoli all’anno, le condanne sono una manciata e per reati connessi». Confermando la piena sintonia con il Premier Giorgia Meloni e davanti a mesi che saranno importanti per l’approvazione dei vari pacchetti “giustizia”, Nordio garantisce sui buoni rapporti con la magistratura al netto dei toni duri con l’Anm sulla riforma della giustizia: «Parlare, come qualcuno ha fatto, di aggressione alla magistratura è improprio, come sarebbe improprio parlare di aggressione al Parlamento quando un pm invia un’informazione di garanzia ad un suo membro».