Il ministro della Giustizia Nordio è intervenuto al Salone della Giustizia 2023, affrontando il tema di “Etica e giustizia”. Parlando della riforma e delle proposte al Senato, il politico ha esordito così: “Etica e giustizia sono valori che a volte coincidono e a volte no. Ci sono reati che fanno parte della storia e sono quelli del tipo ‘non assassinare’, e non ‘non uccidere’. D’altro canto ci sono comportamenti che un tempo erano neutrali e che oggi transitano nei reati, come quelli ambientali. Dunque questi due termini coincidono in alcuni ambiti e non coincidono in altri”. Il giudice, a detta del ministro, deve “affermare il diritto positivo. L’etica è molto relativa”.



“Nonostante la costituzione repubblicana, la concezione dello stato etico è rimasto nel codice, che porta la firma di Benito Bussolino e di Vittorio Emanuele III, ma purtroppo anche nella mente di molti magistrati. E questo è pernicioso. Il magistrato deve solo applicare la legge, gli piaccia o non gli piaccia. Se è difforme dai suoi principi minimi dell’etica cambia mestiere. Non esiste la possibilità di un diritto creativo” ha spiegato il ministro. Parlando dell’abuso di ufficio, per Nordio, “l’Europa a noi chiede di adottare un arsenale efficace contro la corruzione. Noi lo abbiamo ed è il più ricco e severo d’Europa. Abbiamo tutta una serie di reati e strumenti efficaci, su questo possono stare tranquilli. La lotta alla corruzione in Italia è e sarà sempre severa”.



Nordio: “La giustizia funzioni anche per l’economia”

“Oltre la metà dei miei interventi programmatici davanti alle Camere sulla riforma della Giustizia, avevano ad oggetto la riforma della procedura civile. È lì che si gioca il futuro della nostra economia. L’incertezza del diritto nell’adempimento di un’obbligazione ecc., ci costano 2 punti di PIL. Ogni volta che sono venuti da me ministri di altri Paesi, hanno convenuto che in Italia si investe con riluttanza perché non c’è certezza di diritto e la giustizia è molto lenta. Noi dobbiamo intervenire lì” ha spiegato il Ministro Nordio al Salone della Giustizia.



Per quanto riguarda l’Europa, ci sono “accordi di difficile esecuzione, come per esempio lo smaltimento dell’arretrato del 90% in pochi anni” ma “stiamo cercando con investimenti e modifiche normative di ottenere questi risultati e siamo sulla buona strada. La terza rata ci è stata concessa anche perché abbiamo dato la dimostrazione che per quanto riguarda la giustizia siamo nei termini. Naturalmente rimane molto da fare, ma vorrei si sapesse che gran parte del nostro lavoro è indirizzata a rendere la giustizia più efficiente, anche se questo sui giornali non appare mai. L’emergenza oggi è quella economica, a noi interessa che la giustizia funzioni”.

Nordio: “Sproporzione tra strutture carcerarie e carcerati”

C’è spazio anche per il garantismo nelle parole del ministro Nordio al Salone della Giustizia 2023. “Siamo intervenuti con leggi repressive. Potranno esserci delle criticità perché sono state elaborate con una certa fretta ma volevano dimostrare la sensibilità dello Stato davanti a certi tipi di reato. Sono il primo a sostenere che la pena deve essere equilibrata e moderata e irrogata nel momento più vicino possibile al fatto”. Per il politico, deve essere comminata perché è un segnale di presenza dello Stato e di interesse per difendere determinati interessi.

Parlando della “sproporzione tra mezzi e fini, strutture carcerarie e numero detenuti” nasce la necessità di “nuove carceri” che vadano ad affiancarsi ad altre misure come la carcerazione domiciliare, non sempre sufficienti: è però un processo lungo per varie ragioni, burocratiche, vincoli ambientali, vincoli artistici e per altri principi come la prossimità alle abitazioni. “La mia idea è quella di utilizzare tutta una serie di strutture di proprietà dello Stato (caserme, ndr) con una configurazione idonea per carceri per ospitare detenuti non pericolosissimi, non di elevatissima pericolosità sociale” ha concluso Nordio.