Sospiro di sollievo per i produttori italiani. Il vino è stato escluso dai vincoli previsti dalla riforma della normativa Ue sugli imballaggi (Ppwr), che prevede la ridefinizione dei target di riuso per i vari materiali di imballaggio, tra cui il vetro.
“Il testo del regolamento votato dalla Commissione per l’Ambiente, la Sanità pubblica e la Sicurezza alimentare (COMENVI) – commenta Unione italiana vini (Uiv) – rappresenta un primo step importante per il settore in attesa del voto in plenaria e del Trilogo tra Parlamento, Consiglio e Commissione. Un risultato importante, raggiunto in particolare grazie al costante lavoro degli eurodeputati italiani vice-relatori di questo dossier, che sottolinea sia le specificità del vino, sia gli sforzi già in atto da parte della filiera per garantire uno sviluppo sostenibile del settore”.
Il comparto, insomma, incassa un segnale che fa ben sperare. Se fosse passata la linea iniziale disegnata dalla Commissione, che puntava sul riuso più che sul riciclo, le ripercussioni per le industrie non sarebbero infatti state di poco conto: con buona probabilità si sarebbero dovute creare linee dedicate a mettere le bottiglie dei prodotti già consumati in condizioni di essere nuovamente utilizzati. Con costi enormi per la riqualificazione degli stabilimenti. Ma non solo. Perché costi enormi si sarebbero dovuti sostenuti anche per la raccolta degli imballaggi e il conferimento nei siti di trattamento. Il tutto senza peraltro verosimilmente centrare l’obiettivo voluto, ovvero ridurre l’impatto ambientale del packaging: trasportare una bottiglia dal luogo di consumo a quello di trattamento rischia infatti di risultare più inquinante rispetto all’operazione di riciclo.
Con questo voto Bruxelles invece riconosce la specificità settore enologico, e in particolare premia quello italiano che ha già raggiunto risultati eccezionali in termini di riciclo del vetro, nel nostro Paese già superiore all’80%. Si sono riconosciuti insomma “gli sforzi compiuti dall’industria vinicola nel corso degli anni per alleggerire le bottiglie (-25% il peso medio), garantendo al contempo una protezione specifica per le IG e i marchi” nota Uiv.
E soddisfazione per la pronuncia della Commissione COMENVI è espressa anche da Federvini che la definisce “un passo in avanti rispetto alla proposta iniziale della Commissione europea, frutto anche dell’energico e instancabile lavoro condotto dai relatori ombra italiani”. Una buona notizia, insomma, che però non spazza via tutte le nubi poiché “permangono criticità – osserva Federvini – su bevande spiritose e prodotti vitivinicoli aromatizzati, ancora ricompresi nel vincolo, che mettono a rischio settori chiave del Made in Italy“.
Ma non solo, Perché guardando avanti “dopo l’esenzione delle bottiglie di vino dagli obiettivi di riutilizzo obbligatorio e l’attenzione alla specificità dei prodotti a IG sugli obblighi di minimizzazione degli imballaggi – conclude Uiv -, si auspica anche un maggiore sostegno e incentivo alle iniziative volontarie e alle soluzioni di etichettatura digitale come mezzo efficace per fornire ai consumatori informazioni specifiche sull’imballaggio e sul riciclo dei prodotti”.
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