Sono 29 i morti in Norvegia dopo la vaccinazione Pfizer e su cui si sta indagando, non 23 come emerso inizialmente. «Non c’è un legame certo tra la vaccinazione e la morte. Potrebbe essere una coincidenza, ma non ne siamo sicuri», ha dichiarato Steinar Madsen, direttore della NoMa, autorità farmaceutica di Oslo, al British Medical Journal. «Non siamo preoccupati, perché i casi sono stati veramente rari, ma chiederemo ai medici di condurre una valutazione extra, quando si trovano di fronte a questo tipo di pazienti», ha aggiunto. Dunque, raccomanda ai medici di valutare con maggiore cautela le condizioni delle persone che stanno per vaccinare, se sono in uno stato di salute precario, e di soppesare anche con i familiari rischi e benefici della vaccinazione. Ma decidere di escludere dal vaccino persone molto malate porrebbe problemi etici non irrilevanti. «Se avessi un paziente anziano, magari con una demenza o altre patologie, non mi sentirei di negargli il vaccino. Se lo facessi, mi troverei di fronte a questioni etiche enormi e alla possibilità di una fonte di contagio non gestita», commenta Roberto Bernabei, geriatra del Policlinico Gemelli di Roma e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts), a Repubblica.
Invece Andrea Cossarizza, immunologo dell’università di Modena e Reggio Emilia, osserva che «negli anziani la risposta ai vaccini è in genere molto debole, l’ultima cosa che mi aspetterei è una reazione eccessiva». Dubbi ha espresso anche Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’ospedale San Raffaele di Milano, e docente nello stesso Ateneo. «Proprio gli anziani fragili devono essere protetti di più con il vaccino anti-Covid», ha dichiarato all’AdnKronos. Inoltre, giudica «strano» il dato arrivato dalla Norvegia. «È singolare che si sia verificato solo in Norvegia e che nel resto del mondo non vi sia nessuna segnalazione di questo tipo e di questa entità».
Intanto Pfizer e BioNTech stanno lavorando al fianco dell’Agenzia del farmaco norvegese per indagare sui decessi. Lo ha annunciato la casa farmaceutica americana, secondo quanto riportato da Bloomberg. Pfizer ha riferito che secondo l’ente di controllo norvegese «il numero degli incidenti finora non è allarmante ed è in linea con le previsioni». Vittorio Demicheli, presidente del Comitato scientifico sorveglianza vaccini istituito dall’Aifa, resta tranquillo. «Non ci sono indizi che ci facciano dubitare della scelta fatta. Stiamo proteggendo i più fragili con il prodotto migliore che abbiamo. In Italia fra le molte decine di migliaia di vaccini già fatti nelle Rsa non è stato segnalato nulla di grave». L’epidemiologo ha spiegato che al momento «stiamo vaccinando persone che hanno comunque una probabilità di morire più alte». C’è grande attenzione, ma d’altra parte «gli studi non hanno mai dimostrato che c’è una probabilità maggiore di morire». Inoltre, essendoci stati molti studi di registrazioni, se ci fossero state situazioni rischiose «sarebbero emerse già».
PFIZER, IL CASO DEGLI ANZIANI MORTI IN NORVEGIA
Allarme in Norvegia per 23 morti associate alla vaccinazione anti Covid di Pfizer-BioNTech. Lo ha annunciato l’Agenzia del farmaco norvegese (Norwegian Medicines Agency) in una nota ufficiale che è stata ripresa dal Guardian. Il medico capo della NoMa, Sigurd Hortemo, ha spiegato che dalle valutazioni condotte è emerso che le reazioni avverse comuni ai vaccini a mRna, come febbre e nausea, potrebbero aver contribuito ad un esito fatale in alcuni pazienti anziani e fragili. Dunque, si è aperto un caso in merito al vaccino visto che nella sperimentazione sono stati inclusi pochi over 85 e non sono stati coinvolti pazienti instabili o con patologie in fase acuta. Sulla vicenda è intervenuto il Norwegian Institute of Public Health, spiegando a Bloomberg che nei pazienti fragili “anche gli effetti collaterali relativamente lievi dei vaccini possono avere gravi conseguenze”. Inoltre, hanno spiegato che “per coloro che hanno comunque una vita residua molto breve, il beneficio del vaccino può essere marginale o irrilevante”.
“EFFETTI COLLATERALI LIEVI, MA PER ANZIANI…”
Di questi 23 decessi, tredici sono stati sottoposti ad autopsia, da cui è emerso che lievi effetti collaterali, che sono piuttosto comuni nei vaccini, hanno avuto una incidenza determinante in questi pazienti di età molto avanzata e con molte fragilità legate all’età. Questo però non vuol dire che solo i pazienti giovani debbano essere coinvolti nella campagna vaccinale, precisa il Norwegian Institute of Public Health. “Ma rappresenta un dato che va studiato e valutato per quanto riguarda la risposta al siero Pfizer”. E chiariscono che non è “nulla di particolarmente allarmistico, soprattutto in considerazione della bassissima percentuale di effetti collaterali (lievi, anche se incidenti su pazienti molto anziani) rispetto alle somministrazioni effettuate in Norvegia”. L’Agenzia del farmaco norvegese ritiene inoltre che non ci sia un nesso di causa effetto tra vaccino anti Covid di Pfizer-BioNTech e morte. “Stiamo vaccinando gli anziani e gli ospiti in casa di riposo con gravi patologie, quindi è previsto che un certo numero di decessi possa accadere in prossimità della vaccinazione”.
DALLA CINA “STOP A VACCINI A MRNA, PERICOLOSI”
Esperti sanitari cinesi hanno intanto invitato la Norvegia e altri paesi a sospendere l’uso dei vaccini anti Covid a base di mRna prodotti da aziende come Pfizer, soprattutto tra gli anziani. Global Times China cita un immunologo cinese, che ha chiesto di restare anonimo, secondo cui “il nuovo vaccino a mRna è stato sviluppato in fretta e non è mai stato usato su larga scala per la prevenzione delle malattie infettive, quindi la sua sicurezza non è stata confermata per un uso su larga scala nell’uomo”. Ma sostiene anche che gli anziani, soprattutto gli over 80, debbano essere esclusi dalla campagna vaccinale, in quanto hanno un sistema immunitario più debole e sono più inclini a effetti negativi. Nel loro caso si dovrebbe puntare su farmaci per rinforzare il sistema immunitario. La testata cita poi altri esperti, tra cui Yang Zhanqiu, virologo dell’Università di Wuhan, secondo cui le morti registrate in Norvegia dimostrano che l’efficacia dei vaccini a mRna non sia così buona come ci si aspettava. Inoltre, ha dichiarato che i vaccini cinesi sono “inattivati”, prodotti cioè a partire da microrganismi inattivati o morti, quindi “hanno una tecnologia più matura”. Un esperto sanitario di Pechino, anche lui rimasto anonimo, ha aggiunto al Global Times che in Cina si stanno vaccinando persone tra 18 e 59 anni perché sugli over 60 e under 18 ci sono sperimentazioni ridotte, quindi non ci sono sufficienti informazioni su efficacia ed effetti collaterali per questi due gruppi.