È caduto ufficialmente il governo della Norvegia che proprio nella giornata di oggi – giovedì 30 gennaio 2025 – ha perso la sua parte centrista rappresentata dal leader del Partito di Centro (ad anche Ministro delle Finanze) Trygve Slagsvold Vedum lasciando il presidente Laburista Jonas Gahr Støre alla guida di un governo di minoranza: a conti fatti – almeno per ora – l’equazione governativa non cambierà perché in ogni caso l’attuale legislatura giungerà al termine, ma al contempo è certo che alle prossime elezioni della Norvegia fissare per l’8 settembre di quest’anno i Laburisti si presenteranno in una posizione di svantaggio senza poter contare sugli storici alleati centristi.
Ad annunciare (e in un certo ufficializzare) la caduta del governo in Norvegia è stato lo stesso Vedum con un comunicato pubblicato in giornata sul sito del partito che guida nel quale ha aspramente criticato la posizione eccessivamente europeista dell’ex alleato, sostenendo che non sarebbe stato in grado di far nulla per contenere l’eccessivo aumento di prezzi dell’energia elettrica in un paese che – di fatto – è noto per essere vicinissimo alla completa neutralità e ad un equazione energetica in grado di fare a meno dell’uso del gas e delle altre fonti inquinanti.
Norvegia, cosa c’è dietro alla caduta del governo: divergenze energetiche tra Vedum e Støre
Insomma, alla base della caduta del governo in Norvegia ci sarebbero delle evidenti divergenze energetiche tra Vedum e Støre, ma prima di approfondirle è forse doveroso fare un passo indietro per precisare che il paese allo stato attuale (forte anche del parere del popolo che ha già espresso il suo parere negativo in due differenti referendum) non fa parte dell’Unione Europea, ma condivide con i 27 buona parte delle norme comunitarie in virtù della sua presenza all’interno dello Spazio economico europeo e – soprattutto – in cambio di un completo accesso al mercato unico; esattamente come la Svizzera o l’Irlanda.
Ai sensi di questi accordi, il presidente aveva accettato di adottare anche il pacchetto rinominato ‘Energia pulita per tutti gli europei‘ che conteneva una serie di norme fini a ridurre la dipendenza del blocco dalle fonti energetiche inquinanti causando anche in Norvegia quello che Vedum ha definito un “contagio dei prezzi” sul quale “l’Ue ci impedisce di attuare misure efficaci” per contenerli limitando “le esportazioni di elettricità”.