Il generale Marco Bertolini è intervenuto sulle colonne del quotidiano “La Verità”, con particolare riferimento all’edizione in edicola lunedì 6 giugno 2022. Primo comandante interforze per le operazioni delle Forze speciali, Bertolini ha spiegato che la guerra in Ucraina non è un conflitto esploso improvvisamente e inaspettatamente per il capriccio di un dittatore: “La Russia – ha detto – era l’avversario storico degli Stati Uniti una volta finita la Seconda Guerra Mondiale. Da una parte, la Nato con il capitalismo e dall’altra il Patto di Varsavia con il comunismo. Con il collasso di quest’ultimo, i partiti comunisti occidentali hanno cambiato nome e riferimenti internazionali. Si pensava erroneamente che questo contrasto non esistesse più. Ma di fatto è continuato”.



La Russia è “al centro di un enorme blocco. Il continente euroasiatico va dall’Atlantico al Pacifico e l’Europa, più che il centro, è un’escrescenza. Gli Stati Uniti invece sono una potenza navale e non continentale legata a Canada, Gran Bretagna, Australia e Nuova Zelanda. Questi vedono nella Russia un competitor temibile. Ecco perché la contrapposizione non poteva venire meno con la fine del comunismo”. Un ruolo importante lo riveste poi la Siria, snodo cruciale per spiegare la questione ucraina: “La Siria è l’unico alleato russo nel Mediterraneo. Siria e Ucraina sono legate fra loro. Sono due punti strategici con cui la Russia si affaccia rispettivamente nel Mediterraneo e in Europa”.



GEN. MARCO BERTOLINI: “PUTIN NON VUOLE DISTRUGGERE L’UCRAINA”

Il generale Marco Bertolini su “La Verità” ha tenuto a precisare poi che in Ucraina si sta combattendo una guerra simmetrica fra due eserciti ben equipaggiati, sebbene i russi siano “superiori in forza e numerosità agli ucraini. Stesse tecniche. Stesse tattiche. Stesse armi. Soldati che vengono dalla stessa scuola. Una guerra classica”. Di fatto, la Russia vuole consolidare il controllo su tutto il Donbass e sulla Crimea “per arrivare a un negoziato con un’Ucraina neutra non distrutta, che poi va ricostruita. Far fuori Zelensky paradossalmente complicherebbe il successivo necessario negoziato. Più fai male al nemico, più diventa difficile da gestire”.



Il controllo pieno del mar Nero è “il primo obiettivo di Putin – ha riferito il generale Bertolini –. La Turchia ha abbattuto un caccia russo in Siria nel 2016, ma Putin ha salvato Erdogan da un tentativo di colpo di Stato. La Turchia controlla il Bosforo ed è fondamentale alla Russia per avere agibilità nel mar Nero”. Ma è giusto inviare armi in Ucraina? “Kiev non può pretendere che noi combattiamo la guerra sua, cosa peraltro mai successa prima. Se Zelensky non fosse stato illuso di vincere contro la Russia grazie alla nostra presunta solidarietà, oggi potrebbe negoziare con molti meno morti sulle spalle. E nessun invio di armi potrà colmare la sproporzione troppo grossa fra Russia e Ucraina”.