LA RINASCITA DELLA CATTEDRALE DI NOTRE DAME
Ci sono volute 250 aziende, sono stati coinvolti 2mila lavoratori e sono stati spesi 850 milioni di euro circa, ma così è rinata la Cattedrale di Notre Dame di Parigi. La scadenza fissata dal presidente francese Emmanuel Macron, che sembrava troppo ambiziosa, è stata rispettata: ci sono voluti 5 anni, ma il monumento gotico di 860 anni ha ritrovato la luce dopo essere andato a fuoco nell’aprile 2019. L’incendio spazzo via l’antica copertura in legno e piombo, facendo collare la punta della guglia sulle volti in pietra sottostanti. I lavori in realtà non sono finiti, perché dovranno proseguire quelli all’esterno della cattedrale, ma il più è stato fatto e così milioni di turisti e pellegrini potranno tornare a visitarla.
La struttura era pericolosamente vicina al crollo dopo il rogo: la pietra calcarea per le fiamme era stata inzuppata da decine di migliaia di litri d’acqua dei vigili del fuoco, timpani e statue minacciavano di cadere, quindi il primo obiettivo era mettere in sicurezza la struttura prima di poter procedere con la riparazione. Solo questo processo è terminato due anni dopo il rogo.
“Le nostre squadre sono dovute intervenire in tempi brevissimi, ma con infinite precauzioni. È stato davvero un lavoro di ingegneria molto delicato“, ha dichiarato al New York Times Julien Le Bras, amministratore delegato di Le Bras Frères, azienda specializzata nel restauro di monumenti storici.
NOTRE DAME, UN MAXI LAVORO DI ARTE E INGEGNERIA
Tutte le proposte di aggiornare Notre Dame in chiave moderna sono state rapidamente respinte. Non potevano guadagnare consensi in un Paese in cui la conservazione del patrimonio architettonico è importante, inoltre pietra e legno della cattedrale avevano superato la prova del tempo per oltre 800 anni. Serviva allora il materiale giusto. Eppure, c’era chi dubitava che la Francia avesse gli alberi giusti o il numero sufficiente di falegnami esperti per ricostruire quel reticolo di travi noto come la “foresta”.
Oltre 2mila querce sono state donate da foreste private e pubbliche in tutta la Francia. Invece, per la pietra, scienziati e ingegneri hanno studiato i blocchi recuperati dalla cattedrale per individuare le cave adatte a sostituirli. Anziché affidare la ristrutturazione a un’unica impresa e ai suoi subappaltatori, la task force ha suddiviso il progetto in più di 140 lotti e ha aperto le offerte per ciascuno di essi.
L’occasione è stata utile per installare protezioni antincendio nella cattedrale di Notre Dame che mancavano nel 2019, come dispositivi di nebulizzazione, massicce pareti antincendio, telecamere termiche e pannelli del tetto più spessi che bruciano più lentamente. Ma è stato anche predisposto un sistema di recupero per trattare l’acqua piovana che scorre dal tetto in piombo prima che entri nelle fognature.