Notturno, film di Rai 3 diretto da Rosi

Notturno va in onda a partire dalle 23.35 di oggi, mercoledì 31 agosto, su Rai 3. Si tratta di un film documentario del 2020 che è stato diretto dal regista Gianfranco Rosi che è anche l’autore della sceneggiatura. La pellicola è stata presentata in concorso alla 77ª Mostra internazionale del cinema di Venezia e nello stesso anno è stata selezionata pure per partecipare agli Oscar ma non è stata inserita nelle proposte finaliste.



Nel cast non ci sono attori famosi in quanto al suo interno si narra delle vicende quotidiane nei territori di confine, dove scoppiano guerre e disordini, quindi i protagonisti sono le persone comuni che sono le prime a vivere sulla propria pelle la difficoltà di una situazione del genere.

Notturno, la trama del film

La storia che si racconta nel documentario Notturno è la quotidianità delle popolazioni che vivono al confine fra Libano, Kurdistan, Iraq e Siria. Le vicende coprono l’arco temporale di tre anni, da quando Mosul e Raqqa sono state riconquistate nell’estate del 2017 dalle mani dell’ISIS all’offensiva turca portata avanti nel confronti del governo Rojava curdo-siriano, evento avvenuto nell’autunno del 2019.



Si arriva, infine, all’assassinio di Soleimani, il generale iraniano morto a Bagdad a seguito di un’operazione di Intelligence statunitense. Quello che però si vuole raccontare non è una storia di guerra, quanto piuttosto le vicende viste dal punto di vista della popolazione civile, fra illusioni e sconfitte, drammi e solidarietà umana. Il regista ha voluto dare la parola in modo particolare a donne, bambini e anziani che rappresentano il volto più fragile di territori che sono in guerra da sempre e che vedono ormai la pace come una lontana chimera.

Rispetto a questo stato che può essere considerato di tragedia costante, il regista Rosi vuole mostrare a chi non ha idea di cosa voglia dire crescere in un mondo in guerra quali sono gli effetti pratici di un clima del genere e per farlo decide di dare la parola ai più deboli, intercettandoli in situazioni quotidiane come una visita ad un parente in carcere, la fila al negozio di alimentari, con la costante paura che un attentato o lo scoppio di una bomba possa porre fine alla loro già difficile situazione.



La pellicola, però, non vuole essere un inno alla disperazione ma vuole dimostrare come si possa coltivare la gentilezza e l’umanità anche in una situazione del genere, quando anche la speranza sembra mancare.