Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, in una intervista a Il Riformista, ha parlato degli equilibri precari del mondo. La scossa all’Occidente è arrivata con l’inizio della guerra in Ucraina, ma anche in precedenza la pace appariva come un’utopia. “L’aggressione russa non solo ha prodotto una spaventosa crisi dei diritti umani ma ha anche reso ancora più evidente come, proprio sui diritti umani, vengano fatte scelte condizionate dalla politica, dall’economia e da miopi valutazioni su vantaggi e svantaggi di breve periodo”, ha sottolineato.



Le problematiche nel resto nel mondo, infatti, sono numerose e altrettanto gravi. “La risposta dell’Occidente a Putin è stata robusta e rapida, ma altrove è accaduto l’opposto: c’è disinteresse per le altre guerre (prima tra tutte quella, tremenda, dell’Etiopia); un silenzio complice nei confronti degli altri crimini di guerra; nonché ostacoli, respingimenti e soccorsi tardivi o assenti ai danni di chi viene da sud e da est, per ragioni non meno urgenti di chi viene da nord”.



Noury: “Diritti umani scelti in base a politica”. L’appello di Amnesty International

Amnesty International, da decenni, si occupa di difendere i diritti umani dei più deboli, indipendentemente dalla loro provenienza. “Il sistema internazionale di protezione dei diritti umani mostra, nel suo complesso, profonda inadeguatezza. I meccanismi delle Nazioni Unite soffrono di una costante politicizzazione. Sono anni che chiediamo una riforma del funzionamento del Consiglio di sicurezza, che passi attraverso la rinuncia al potere di veto in caso di crisi dei diritti umani. Ma ancora non c’è verso”, ha affermato Riccardo Noury, il portavoce per l’Italia.



Il nostro Paese, in tal senso, non è esente dai giudizi. “Nel 2022 è terminata una Legislatura molto timida sui diritti umani e ne è iniziata un’altra molto aggressiva contro i diritti umani. È stato, quello passato, un anno di occasioni perse: penso alla riforma della cittadinanza, alla mancata approvazione del ddl Zan, a una riforma del reato di stupro basata sul criterio del consenso, alle crudeli politiche di contrasto all’immigrazione e la criminalizzazione delle Ong. L’inizio di questa Legislatura ha mostrato bene qual è il pericolo che abbiamo di fronte a noi: che si facciano passi indietro”, ha concluso.