Trapianto da record al reparto di nefrologia dell’azienda sanitaria ospedaliera di Novara, nell’arco di 24 ore ad una madre e suo figlio, affetti da una rara malattia genetica, la sindrome di Alport, sono stati impiantati due reni nuovi provenienti da diversi donatori. I due trapiantati, come riferito dai medici dell’Ospedale Maggiore della Carità, “stanno bene e tutto ha ricominciato a funzionare perfettamente” . Si tratta di un traguardo che è stato possibile grazie alla tempestiva segnalazione da parte del centro regionale trapianti circa la disponibilità degli organi raccolti in due strutture.



Il primo dall’ospedale Le Molinette di Torino dopo opportuni test di compatibilità condotti su un donatore deceduto dopo aver riportato un grave trauma a causa di un incidente stradale. Il secondo da un reparto di rianimazione piemontese proveniente da un donatore purtroppo deceduto a causa di una emorragia cerebrale. Nel primo caso era stata riscontrata la compatibilità con il bimbo, e soprendentemente solo 24 ore dopo anche la mamma è risultata idonea al trapianto.



Doppio trapianto di reni su mamma e figlio “stanno bene, tutto ha ricominciato a funzionare”

L’intervento del doppio trapianto di reni su mamma e figlio è stato eseguito dalla struttura universitaria ospedaliera di Novara grazie all’equipe medica del reparto nefrologia e con la collaborazione degli specialisti di urologia e chirurgia vascolare della stessa struttura. Il direttore Vincenzo Cantaluppi ha dichiarato successivamente che le condizioni dei pazienti sono buone e che la funzionalità sta riprendendo come previsto.

Un successo medico visto che i due erano affetti da una grave e rara sindrome genetica, chiamata Alport, una malattia che danneggia e compromette la struttura renale dei glomeruli non permettendo correttamente la filtrazione da parte dell’organo. La diagnosi era stata fatta dal dipartimento di Genetica dei trapianti dell’Università di Torino-Città della Salute e della Scienza, diretta dal dottor Antonio Amoroso.