Il nuovo amministratore delegato di Novavax ha invitato i governi ad onorare gli impegni di acquisto inerenti il vaccino contro il covid. Così si legge stamane sul Financial Times che sottolinea come l’azienda statunitense sia in cerca di fondi alla luce anche dell’evidente calo di richieste di vaccini dopo la fine della pandemia di covid. John Jacobs, numero uno dell’azienda farmaceutica, ha spiegato: “Abbiamo dovuto investire miliardi per fornire un vaccino che ha contribuito ad arginare l’ondata di una pandemia globale che stava uccidendo milioni di persone”.



“E poi all’improvviso – ha proseguito Jacobs che ha da poco sostituito nel ruolo di ad Stan Erck – dire: ‘Beh, hai speso tutti i tuoi soldi, ti sei impegnato a proteggere i nostri cittadini. Ora non pensiamo di averne tanto bisogno. Scusa, sei sfortunato.’ Questo probabilmente non va bene per le relazioni a lungo termine per far beneficiare la salute pubblica”. Secondo Jacobs Novavax avrebbe preso impegni per 2,1 miliardi di dollari in merito ad acquisti fino al 2025.



NOVAVAX, LA CRISI DOPO LA FINE DELLA PANDEMIA DI COVID: “SONO CON LE SPALLE AL MURO”

Novavax è una delle poche aziende nel mondo occidentale che sono autorizzate a fornire vaccini a Stati Uniti, Unione Europea e altre nazioni del “blocco”, assieme a BioNTech/Pfizer e Moderna, tutti fornitori che ovviamente stanno affrontando un forte calo delle vendite a seguito della debole domanda di vaccino, e ciò sta causando un eccesso di offerta con miliardi di dosi al momento inutilizzate.

I governi, alla luce dello scemare dell’emergenza, hanno ben pensato di rinegoziare gli accordi per l’acquisto di vaccini e secondo gli analisti tale situazione potrebbe portare ad ulteriori perdite per Novavax: “La spinta a rinegoziare gli accordi non è esclusiva di Novavax, ma loro sono più alle spalle al muro a causa della loro difficile situazione finanziaria”, ha affermato Brendan Smith, analista di Cowen, una banca di investimenti. Quando Novavax aveva annunciato l’accordo per la fornitura di vaccini il valore in Borsa aveva superato i 20 miliardi di dollari mentre ora è crollato sotto il miliardo.