Il vaccino Novavax è, nuovamente, in ritardo, perlomeno per quanto concerne la sua consegna in Europa. Il preparato anti-Covid avrebbe dovuto raggiungere il Vecchio Continente alla fine del mese di gennaio, ma ora le tempistiche di distribuzione si sono nuovamente dilatate sino al termine di febbraio per questioni meramente di natura burocratica. A spiegarlo è stato il direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Giovanni Rezza, il quale ha dichiarato quanto segue sulle colonne de “Il Messaggero”: “Questi vaccini proteici hanno avuto un po’ di ritardo, non solo in Italia. Ricordiamo che gli acquisti sono statti fatti tramite la Commissione europea. Entro fine mese le dosi di Novavax arriveranno anche da noi. Bisogna attendere i tempi previsti per la distribuzione in tutta Europa”.



Per le prime somministrazioni, si prospetta dunque qualche settimana di attesa ulteriore: si sfocerà inevitabilmente nel mese di marzo, anche se questo non andrà a intaccare il regolare andamento della campagna vaccinale, dal momento che le scorte degli altri vaccini con tecnologia a mRna sono abbondanti in tutto il Paese. Va inoltre tenuto a mente che Novavax sarà utile per le prime dosi e sarà inoculato a chi ha più di 18 anni. Al momento non si sa se sarà anche impiegato come booster: non ci sono indicazioni in tal senso.



NOVAVAX, ULIME NOTIZIE: “RITARDO TECNICO”

Non ci sono preoccupazioni o allarmi da parte della comunità scientifica europea per via del ritardo nelle consegne del vaccino Novavax: “Si tratta solo di uno slittamento tecnico, non relativo a revisione né a problemi di efficacia e sicurezza – ha detto sulle colonne de ‘Il Messaggero’ Filippo Drago, ordinario di Farmacologia dell’Università di Catania e componente della task force sul Covid della società italiana di Farmacologia –. È una questione di tipo amministrativo. In genere, i ritardi sono dovuti anche al fatto che le grandi aziende farmaceutiche gestiscono la politica di erogazione dei farmaci per area geografica. Qualche volta capita che alcune regioni chiedano più del quantitativo previsto. Quindi, può essere necessaria una ridistribuzione dei lotti”.



Intanto, sono decisamente elevate le aspettative sulla protezione fornita dalla doppia dose di Novavax (90%): “L’efficacia di questo vaccino è molto simile a quella dei prodotti anti-Covid a mRna – ha aggiunto Roberto Luzzati, professore di Malattie infettive dell’Università di Trieste –. Ricordiamo che ancora non abbiamo dati prospettici ed è quindi difficile fare un confronto con altri vaccini, ma è sicuramente un passo avanti per la profilassi mondiale”.