La grandissima Novella Calligaris è stata ospite stamane di “C’è Tempo Per…” su Rai Uno. Numerosi gli aneddoti raccontati da quella che viene considerata la più grande nuotatrice italiana dopo Federica Pellegrini, a cominciare dalla famosa olimpiade del 1972, quella dell’attentato alla nazionale di Israele: “L’atmosfera di quella olimpiade era serena, non ci siamo accorti di nulla, se non dopo che terminarono le gare. Le palazzine erano in ordine alfabetico – ricorda – quindi l’Italia era accanto ad Israele; volevamo rimanere anche dopo le nostre gare per vedere l’atletica e abbiamo vissuto questo trambusto; vedevamo persone mascherate non capivamo cosa stesse succedendo. nella notte abbiamo udito degli spari ma non avevamo realizzato cosa fosse successo, non ci stavamo rendendo conto. Ad un certo punto arrivarono due persone dei servizi segreti in borghese e ci dissero di andarcene. Andammo a fare le valigie molto arrabbiati, tornando incontrammo una nostra amica israeliana che piangeva disperatamente. Quando siamo arrivati in Italia tutti ci facevano domande su questo aspetto”. La Calligaris ha avuto una storia con il grandissimo Spitz: “Abbiamo avuto un fidanzamento, tra virgolette, che era molto epistolare e molto diverso da come è ora”. Sul futuro dello sport, la Calligaris si dice preoccupata: “Le palestre forse non saranno a disposizione degli atleti per la questione del covid, “Oggi come oggi l’attività sportiva viene ancora concepita come una cosa aggiuntiva, invece in molti paesi fa parte in toto dell’educazione dei ragazzi. Se non troviamo una soluzione rovineremo una generazione”. Su Alex Zanardi: “Alex un simbolo stratosferico, ha saputo superare problemi enormi, è un esempio a tutto tondo, è comunicativo, è un amico, ed è una persona che ha dato e insegnato tantissimo a tutti. Ha una grandissima donna accanto, Daniela è straordinaria, l’ha seguito in tutto, è la sua anima gemella”. Infine sulla perdita del fratello, avvenuta una ventina di anni fa a seguito di un incidente stradale: “Due gomme dell’auto che guidava sono esplose, ma il giudice decise che l’auto si poteva distruggere e con essa le prove. C’era un rapporto fortissimo e negli anni è sempre stato più forte. Mi manca lui, le sue battute per dissacrare tutto, il suo modo di fare e quello che non ha fatto da atleta, lui era molto più forte di me. Era la mia antitesi dal punto di vista della mia disciplina. vinceva allenandosi poco…”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



NOVELLA CALLIGARIS, LEGGENDA DEL NUOTO: “LO SPORT È UN PO’ UN ‘SABATO DEL VILLAGGIO'”

La prima leggenda del nuoto italiano è Novella Calligaris. Fu lei la prima azzurra a vincere una medaglia alle Olimpiadi (quelle di Monaco di Baviera nel 1972) e a registrare un primato mondiale (negli 800 metri stile libero, l’anno dopo). Ospite su Rai Uno del programma C’è tempo per… condotto da Anna Falchi e Beppe Convertini, la Calligaris avrà certamente modo di ripercorrere una carriera costellata di grandi successi: tre medaglie olimpiche (un argento e due bronzi), un oro iridato e due bronzi mondiali, nonché un argento e due bronzi vinti ai campionati europei. Intervistata qualche tempo fa dal Corriere della Sera, Novella Calligaris raccontò il processo mentale innescato per gestire la lotta contro il cronometro e contro se stessi una volta calati in un elemento “altro” come l’acqua: “I grandi obbiettivi vanno spezzettati in traguardi di volta in volta più raggiungibili. Durante quegli 800 del mondiale, ero passata in testa ai 300. Pensavo: se riesco a stare davanti fino alla prossima vasca posso farcela. Poi la virata, che è un aiuto perché è un traguardo intermedio e gratificante: giù la testa, capriola, spinta, si ricomincia”.



NOVELLA CALLIGARIS: “LO SPORT E’ UN PO’ COME IL SABATO DEL VILLAGGIO”

Nella stessa intervista concessa al Corriere della Sera, Novella Calligaris ha ricordato il suo straordinario rapporto con l’allenatore Bubi Dennerlein, punto di riferimento non solo per quanto riguardava la vasca: “L’anno dei mondiali avevo anche la maturità. Qualcuno consigliava che lasciassi perdere per recuperare in seguito. Bubi non volle sentir parlare di rinvii, perché “un ignorante non arriva mai avanti””. Novella Calligaris ha raccontato: “Non gli importava come nuotassi, sapeva che ciascuno, stando dentro l’acqua, deve trovare le sue maniglie. La vigilia della mia prima finale olimpica a Monaco ’72, nei 400 stile. Bubi era molto più emozionato di me. Aveva costruito una sorpresa per tutti, me compresa, aveva fatto in modo di non dare l’idea di quanto andassi forte. Lo sport è così, un po’ un “Sabato del villaggio”: bisogna avere il gusto del progetto e del lavoro per realizzarlo, altrimenti, una volta raggiunto il risultato, finisce tutto”. Non bisogna immaginarsi chissà quale scopo: l’importante è avere “qualcosa da realizzare — anche semplicemente una bella cena, un regalo ben scelto — per ritrovare la stessa soddisfazione”.

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