Da diversi giorni a questa parte una vera e propria baby gang composta da circa 7 giovanissimi – tutti tra i 15 e i 20 anni, di origini nordafricane ci si ipotizza essere tra Tunisia e Marocco – sta terrorizzando in quartiere nord di Firenze Novoli compiendo una serie di piccoli colpi e furti ai danni di alcuni coetanei, il tutti riuscendo sempre a scappare dai radar delle autorità: una vicenda portata alla ribalta della cronaca dal Corriere che il 26 novembre ha parlato del singolare furto di un paio di giacche compiuto dalla baby gang domenica scorsa, nel pieno e soleggiato pomeriggio di un’area piuttosto affollata del quartiere.



Stando ai racconti resi dalle vittime – due 14enne residenti proprio a Novoli -, domenica pomeriggio attorno alle 15 davanti alla centralissima Esselunga di quartiere un gruppetto di 5 nordafricani li ha accerchiati, intimandogli di consegnargli le giacche di indossavano: impauriti e disinteressati al valore dei capi d’abbigliamento, i 14enni gli hanno consegnato la refurtiva evitando epiloghi potenzialmente ben peggiori; salvo denunciare immediatamente l’accaduto alle autorità che pur essendosi messi a seguire le tracce dei giovani criminali, non sono ancora riusciti ad individuarli.



Il racconto del padre della vittima della baby gang: “Sette extracomunitari che stanno terrorizzando tutta Novoli”

Dopo alcuni giorni di terrore, sempre il Corriere ha pubblicato anche le dichiarazioni del padre di una delle due vittime 14enni del furto delle giacche da parte delle baby gang che ci tiene – innanzitutto – a ricordare il precedente dello scorso anno in cui al figlio rubarono “una felpa” che fortunatamente riuscirono a farsi restituire dato che si trattava solamente di “ragazzi che frequentavano la terza media”: un gruppo diverso dai “7 extracomunitari” che sono arrivati “da qualche mese” e che stanno “terrorizzando Novoli“, al punto che lui e altri genitori anche prima del furto di domenica si erano organizzati perché i figli “escano sempre in gruppi da sette amici“.



Uno stratagemma che (purtroppo) domenica non è servito a nulla dato che – racconta ancora il padre della vittima – “anche loro erano in sette e hanno tirato fuori il taser e un coltello dopo che gli avevano chiesto di fargli provare il suo giubbotto per fare una foto”: una situazione che per l’esasperato padre “è diventata insostenibile” soprattutto perché ad aggiungere ulteriore rabbia c’è il fatto che “lunedì abbiamo chiamato il 112” segnalando – grazie ad alcuni genitori ed amici che li avevano visti – la presenza della baby gang all’Esselunga, ricevendo come risposta che “i carabinieri purtroppo erano impegnati altrove e non sono riusciti ad intervenire subito”.